Il
Regno di Tonga è uno stato insulare della Polinesia che conta 173
isole, di cui solo 53 abitate. Il capo di stato è il re Tupou VI
(nato il 12 Luglio!!!), incoronato nel 2015, dopo undici giorni di
celebrazioni ed alla presenza di numerosi ospiti internazionali. Il
paese è piccolo, gli abitanti superano di poco i centomila e la
capitale è Nuku'alofa, sull'isola di Tongatapu, dove risiedono circa
i 2/3 del totale. Le tradizioni polinesiane e la fede cristiana,
influenzano fortemente la vita quotidiana e le funzioni religiose,
nelle tante chiese e scuole missionarie, sono sentite e partecipate.
Tutti i negozi, bar ed intrattenimenti vari, vengono sospesi dalla
mezzanotte del sabato, per 24 ore. Il clima è tropicale con
frequenti precipitazioni e tasso di umidità molto alto, specialmente
nella stagione dei cicloni che va da Ottobre ad Aprile. La montagna
più alta è il vulcano Kao (1030 mt.) e per via della scarsa
superficie, non ci sono fiumi e laghi. Soprannominata la "Perla del
Pacifico del Sud", è visitata da centomila turisti l'anno, attratti
dalle isole tropicali, con sabbia bianca e fine, palme e acque blu.
Tonga è il primo luogo al mondo dove sorge il sole, non ha ora
legale e ci sono 12 ore di differenza rispetto all'Italia. E' la
terra dove inizia il tempo ovvero la linea internazionale del cambio
di data.
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NUKU'ALOFA
(97)-10/03/2016 aereo
Auckl.-Nuku'alofa:
Nuku'alofa è la capitale del regno di Tonga e
rappresenta il primo approccio turistico, per via
dell'aeroporto internazionale. Ha circa ventimila
abitanti, le abitazioni sono basse ed in legno, traffico
relativamente ordinato, nessun negozio di lusso. I
supermercati sono modesti e piccoli, scaffali con poca
scelta e solo generi di prima necessità. Il mercato
coperto è il punto di vendita più grande, monili in
legno handmade sono un buon richiamo per i turisti, così
come frutta e verdura, strettamente tropicale e
coltivata in loco. Il Royal Palace, che ospita i
sovrani, è l'attrazione principale, peccato non sia
aperto al pubblico. Nuku'alofa si affaccia sull'Oceano
Pacifico, non ha spiagge e la passeggiata è misera, per
niente sfruttata e poco frequentata. Abbondano chiese,
scuole e piccoli cimiteri, dove i defunti non vengono
interrati ma coperti da terra e sabbia. In definitiva
non un gran posto, buono giusto come base di partenza
verso i gruppi di isole Ha'apai e Vava'u, destinazioni
turistiche per eccellenza. Purtroppo ci son dovuto
rimanere parecchi giorni, in attesa dell'arrivo
dall'Italia (grazie Fabio) delle due nuove carte di
credito, che ho avuto la disavventura di veder clonate
in Nuova Zelanda. In viaggi così lunghi, oltre ad una
buona assicurazione medica, serve avere disponibili
diverse opzioni monetarie ed oltre ad una piccola somma
in dollari, mi ero premunito con tre carte di credito e
due bancomat. In questa forzata permanenza, il tempo è
stato pessimo, pioggia, pioggia e ancora pioggia, mi
sono sentito come agli arresti domiciliari, rinchiuso in
camera, in attesa dei pochi attimi di sole. Nemmeno la
corsa mi è stata di aiuto, un'umidità alle stelle e
ventisette gradi costanti, bastano per sfiancarti solo a
camminare, figuriamoci a correre. A giorni alterni, ho
avuto solo la forza di fare 12-14 km ad andatura
lentissima, in strade con tanti cani e pozzanghere a non
finire. Mi sembrava di essere ritornato in India, altro
che Perla del Pacifico del Sud.
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VAVA'U
(98)-19/03/2016 aereo Nuku'alofa-Vava'u:
Cerco di sfuggire alla pioggia spostandomi a nord di 300
km nelle Vava'u Group. Con un piccolo aereo da 18 posti,
impiego un'ora per arrivare a Neiafu, capoluogo di
seimila abitanti. Dopo Nuku'alofa è il più grosso centro
abitato e la dice tutta su quanto sia piccolo The
Kingdom of Tonga. Questo gruppo di isole viene preso
d'assalto nel periodo che va da Giugno a Ottobre, quando
arrivano le balene. E' uno dei pochi posti al mondo dove
si può fare il bagno a contatto con i grossi abitanti
del mare. Ora è tutto fermo, i collegamenti con le isole
dorate non ci sono e tutte le strutture turistiche, sono
chiuse per lavori di manutenzione. Con stupore trovo una
giornata di sole e dopo una passeggiata conoscitiva, mi
reco al porto dove, ragazzi e ragazze, fanno il
bagno serale. Per tradizione, a Tonga non ci si mette a
torso nudo e tutti entrano in acqua vestiti, alcuni
addirittura con pantaloni lunghi. Assisto poi ad un
tramonto incredibile, con il sole che ad un certo punto,
colora il cielo di rosso fuoco. La giornata termina in
un ristorante italiano, gestito da Mario, originario di
Orvieto ma ormai tongano da diciotto anni. La speranza
che finalmente il tempo si metta al bello dura poco ed i
giorni a seguire sono un continuo nubifragio,
intervallato da brevi spicchi di sole, che fanno salire
l'umidità ad un livello che io non ho mai visto.
Assodato che l'estate qui è il periodo di maggior
pioggia e ormai convinto di aver sbagliato programmazione, me ne faccio una ragione e cerco di
essere positivo. In fin dei conti sono in un posto molto
bello, la gente è ottima, sorridente ed umile, vive con
lo stretto necessario, lontano dalla tecnologia ed
ancora radicata alle risorse della terra, con frutta,
verdura, maiali e pollame.
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HA'APAI
(99)-24/03/2016
ferry Vava'u-Ha'apai:
Cambio programma e parto prima del previsto verso Ha'apai
Group, isola di Lifuka, con un ferry notturno. In sette
ore arrivo a Pangai, villaggio di duemila anime, dopo
una nottata movimentata, con l'oceano Pacifico alquanto
arrabbiato. Sono l'unico foreign che sbarca dalla
scatola di ferro e vado in cerca di un alloggio, per
regalarmi qualche ora di sonno. Non ho nemmeno il
problema della scelta, una sola possibilità, sopra il
Mariner's cafè, posizione centrale. Un nugolo di case,
qualche shop gestito da cinesi, parecchie chiese e
scuole e niente più. Intorno uno splendido mare, spiagge
che più selvagge non si può, tranquillità assoluta e
solita cordialità dei tongani, che salutano e chiedono.
Finalmente giornate stupende, clima invidiabile con
trenta gradi, ventilato, umidità accettabile, cielo
sgombro da nubi minacciose e stellata spettacolare di
sera. Non mi sembra vero, ogni giorno è illuminato dal
sole e le tante spiaggette, mi affascinano con il colore
bianco della sabbia, il verde intenso della vegetazione,
il turchese dell'oceano e l'azzurro del cielo. Mi sento
padrone di questo angolo di paradiso, nessuno va in
spiaggia, sono l'unico turista presente e le impronte
nella sabbia, sono esclusivamente mie. L'acqua limpida e
calda mi porta ad immergermi spesso, circondato da pesci
che velocemente sfuggono alla macchina fotografica. Per
una settimana ho avuto il privilegio dell'esclusività,
non avrei mai immaginato di trovarmi solitario in mezzo
a tanta bellezza ed anche questa isola polinesiana, mi
resterà impressa nella memoria. Lifuka è abbastanza
grande, completamente piatta è esposta ai cicloni che si
abbattono ogni anno nel Pacifico del Sud. I venti che
arrivano a sfiorare i trecento km orari, portano
devastazioni, con case distrutte e palme tranciate o
sradicate. Sono molte le abitazioni inagibili ed i danni
provocati, ma la gente è fedele a questa terra, sorride,
canta, si accontenta e piano piano ricostruisce. Non c'è
benessere, soldi in tasca pochi, si fa la spesa come da
noi quaranta anni fa, segnando sul libretto il debito,
che poi verrà regolarmente saldato. In queste isole si
ritorna indietro nel tempo, il rispetto è primario, non
c'è delinquenza, l'invidia è una sconosciuta ed ogni
famiglia vive tenendo ben presente le tradizioni.
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UOLEVA ISLAND
(100)-31/03/2016
scafo Pangai-Uoleva:
L'isola di Uoleva si trova di fronte a
Lifuka e condivide lo stesso, splendido mare. Con un rudimentale
scafo in legno, raggiungo il resort Captain Cook's in
trenta minuti, dopo aver ammirato le spiagge dorate che
delimitano l'isola. Questa oasi naturalistica non è
abitata, ci sono tre piccoli resort in grado di
accogliere una cinquantina di persone, nel pieno
rispetto della natura. Per salvaguardare
l'integrità della flora, si è mantenuto intatto questo meraviglioso atollo,
disdegnando strade e sentieri. La folta vegetazione,
lascia la sola spiaggia come via di comunicazione e su
di essa, si può fare il giro completo dell'isola, in
circa quattro ore. Corrente elettrica e condotte idriche
non ci sono, si fa uso di lampade e candele, il segnale
telefonico è assente e l'acqua piovana, raccolta in
cisterne, viene usata per lavarsi ed anche per bere,
dopo bollitura. In questo contesto,
siamo solo quattro ospiti a Ouleva, io solitario da Captain Cook's,
vengo deliziato da Sonny e Mary con sontuosi piatti di
pesce, tipici della cucina tongana. Spiagge
lunghissime di sabbia bianca, acqua del Pacifico con
tonalità verde e giornate meravigliose, compensano i
piccoli disagi, che comunque danno la vera immagine di
isola incontaminata. A Uoleva ci si rilassa in modo
incredibile, non si può far altro che concedersi caldi
bagni in acque limpidissime, sdraiarsi all'ombra delle
palme e passeggiare a piedi nudi sulla sabbia. I
leggendari navigatori Abel Tasman e Captain Cook, si
erano innamorati di questa isola e l'avevano definita la
più bella del Pacifico del Sud. Non posso che
condividere, veramente un posto eccezionale, dove per un
attimo ci si sente in un altro mondo, lontano dalla
tecnologia, dal progresso e dalle comodità della vita
moderna.
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PANGAI - NUKU'ALOFA - AUCKLAND
(101)-04/04/2016
scafo Uoleva-Pangai: (102)-05/04/2016
aereo Pangai-Nuku'alofa:
(103)-06/04/2016
aereo Nuku'alo-Auckland:
E' arrivato il momento di lasciare Tonga ed in attesa
dei voli, faccio tappe
di una notte a Pangai e a Nuku'alofa, dove trovo il
diluvio universale. Proprio nella capitale è iniziata la conoscenza di questo piccolo
regno e ne ero rimasto deluso per il cattivo tempo. A Vava'u
non è andata meglio e quando ormai disperavo,
ecco la svolta alle Ha'apai Group, con splendide
giornate e scenari favolosi. Mi sono veramente gustato
questi posti, lontani dalle nostre abitudini e con gente
semplice, sempre sorridente e molto cordiale. Come alle
Fiji, la risata è una componente fondamentale della vita
di Tonga, così come il canto, che viene dispensato nelle
chiese, nelle case e nelle aree comuni. Sono usanze che
non si vogliono perdere, che servono per tenere unite le
persone, per farle sentire tutte uguali, rispettose
verso il prossimo ed orgogliose della propria terra.
Torno ad Auckland due notti, per poi volare in sudamerica e lasciare dopo sette mesi
l'Oceania, con la speranza di continuare questo viaggio,
con nuove emozioni ed immutato entusiasmo.
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