La
Nuova Zelanda è composta da due isole maggiori separate tra loro
dallo stretto di Cook e contornate da una miriade di piccole isole,
di cui molte disabitate. Posizionata nell'oceano Pacifico
meridionale è separata dall'Australia dal mare di Tasmania, ha una
forma lunga e stretta e conta circa 4,5 milioni di abitanti. La
città più popolosa è Auckland mentre la capitale è Wellington, che
ha il primato di svolgere questo ruolo nel punto più a sud del
mondo. La Nuova Zelanda è ancora ricca di vulcani attivi ed ha un
rischio sismico molto elevato. La città di Chistchurch, nell'isola
del sud, fu colpita nel 2011 da una violenta scossa ed oltre alla
distruzione della cattedrale e di molti edifici, si contarono 185
morti e 1000 feriti. L'etnia più antica è quella dei Maori che circa
mille anni fa arrivarono in massa dalla Polinesia e svilupparono una
propria cultura, specializzandosi nella caccia, pesca e agricoltura.
La Haka è la danza tipica del popolo Maori, che esprime il
sentimento interiore di chi la esegue, che può andare dalla gioia al
dolore. Questa danza è stata resa famosa nel mondo dalla nazionale
di rugby, gli imbattibili All Blacks, che prima di ogni partita,
cercano di impressionare gli avversari con movimenti di potenza e di
coraggio, che si ricollegano allo spirito guerriero dei Maori.
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AUCKLAND
(85)-11/01/2016
Aereo Adelaide-Melbour. -Auckland:
Auckland con 1,4
milioni di abitanti è la città più popolosa della Nuova
Zelanda ed è situata sull'isola del Nord. E' una delle
pochissime città al mondo ad avere due porti su bacini
distinti, ovvero il mar di Tasman e Oceano Pacifico.
Varie classifiche la inseriscono tra le dieci città al
mondo per la qualità della vita e tra le più verdi.
Intorno alla città si trovano 48 vulcani e Rangitoto è
il più visibile, con i suoi 260 metri che si ergono
sull'isola proprio di fronte. Auckland è bella, la si
vive ad ogni ora in tutta tranquillità, la zona portuale
è ricca di locali e la sera è il punto preferito per
cenare o per una semplice passeggiata. Di giorno ci sono
varie escursioni nelle isole vicine o una walkway che si
estende per km e che fiancheggia il mare, vera
meraviglia con vista sull'oceano. E per chi vuole
rimanere in città Queen Street è piena di negozi e
locali e la Sky Tower offre la spettacolare vista da 328
metri. Il clima rispetto all'Australia è diverso, aria
fresca tiene la media giornaliera sotto i 25 gradi e la
sera intorno ai 15, mentre per quanto riguarda i prezzi,
nulla è cambiato, sempre cari, troppo cari per noi che
abbiamo a che fare con l'euro.
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NEW PLYMOUTH
(86)-18/01/2016 Bus
Auckland-N.Plymouth:
Per arrivare a
Wellington, la capitale della Nuova Zelanda, ci sono 650
km ed in bus ci si impiegano 13 ore. Decido di fare uno
stop intermedio e di fermarmi qualche giorno a New
Plymouth, la maggiore città della Taranaki Region.
Affacciata sul Tasman Sea New Plymouth è un importante
centro petrolchimico per la produzione ed esplorazione
di olio e gas naturale. Purtroppo la costa e le spiagge
risentono di questa attività e la sabbia è color nero e
l'acqua torbida. Non ci ho messo piede e mi son limitato
a camminare sulla bella Costal Walkway, che partendo dal
centro città, va a perdersi nelle lontane colline. Altro
di rilevante non c'è se non due eventi sfortunati. Il
primo è stato il meteo che ha dispensato piogge
torrenziali e vento freddo ed il secondo che mi son
beccato una febbre leggera per due giorni, causa vaccino
per la febbre gialla. Molti paesi sudamericani
richiedono obbligatoriamente il certificato di
vaccinazione ed a Auckland ho trovato un medico, che
dietro lauto compenso mi ha fatto iniezione
rilasciandomi libretto con timbro e data.
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WELLINGTON
(87)-22/01/2016 Bus
Plymouth-Wellington:
Il
territorio della Nuova Zelanda è in gran parte
collinare, le strade sono lente e piene di curve ed ogni
viaggio in bus è un odissea, per i continui stop in ogni
piccolo paese. Sette ore per arrivare a Wellington, la
capitale più a sud del mondo, che mi accoglie con un bel
sole ed un vento fortissimo. I giorni si alternano tra
sole, nuvole e pioggia ma la presenza del vento è
costante. La città è affascinante, un'opera di
modernizzazione di tutta la zona portuale la rende
vivibile per gran parte della giornata, mentre la sera
l'area si restringe alla zona dei ristoranti e dei bar.
Il fascino di Wellington è dato soprattutto dai musei,
tutti gratuiti e dagli uffici governativi con il
Parliament House. La grande differenza rispetto ad
Auckland è appunto data dal richiamo del Te Papa,
fantastico museo nazionale che raccoglie, la storia del
popolo Maori. Il resto di questo bellissimo museo è
presentato in modo interattivo e racconta il territorio
ed i suoi rischi, legati in particolar modo ai terremoti
ed alle inondazioni. Da vedere anche l'Art Gallery, il
museo nazionale ed il parlamento, con la visita guidata
gratuita, tra le stanze decisionali. In questi giorni la
città vive in attesa del Wellington Sevens, specialità
emergente del rugby, che in due giorni vedrà impegnate
le 16 nazionali più forti al mondo. Le regole sono
quelle tradizionali, si gioca con soli sette giocatori
in due tempi da sette minuti. Il test è molto importante
perchè a Rio de Janeiro ci sarà l'esordio ai giochi
olimpici. Non mi lascio scappare l'occasione e mi
sorbisco un week-end lunghissimo con 24 partite al
giorno, in uno stadio folcloristico ma abbastanza vuoto,
che esplode per la vittoria degli All Blacks a tempo,
scaduto sui fortissimi sudafricani. Nel Westpac Stadium
ho anche visto la partita di cricket tra New Zealand e
Pakistan con vittoria dei padroni di casa. Il vento
fortissimo non mi ha fermato con la corsa ed uno
splendido percorso a pochi metri dal mare, con una
temperatura fresca, mi ha permesso di uscire nelle prime
ore del pomeriggio e gustare appieno la bellezza di
questi luoghi. Correre in posti stupendi, quando e come
voglio, penso sia uno stimolo ulteriore per restare
attivi e mi ritengo fortunato per poterlo fare.
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NELSON
(88)-01/02/2016
Ferry-Wellington-Picton + Bus Picton-Nelson:
Lascio la
capitale con un traghetto che in 3,5 ore mi porta
nell'isola del sud a Pincton, dove prendo il bus per
Nelson. La città che mi si presenta è piccola,
circa 50.000 abitanti ed ha la caratteristica che le
case sono prevalentemente in legno e basse e la vita
scorre in modo tranquillo, tra mare e montagne. Su una
collina che offre un panorama molto bello, la Church
Hill, si trova il punto geografico che certifica il
centro della Nuova Zelanda. A Nelson ho iniziato ad
entrare in contatto con la natura ed i suoi innumerevoli
sentieri da trekking. Finora ho privilegiato le due
maggiori città, disdegnando tour e sentieri, lasciando
la scoperta di parchi nazionali e vulcani nell'ultimo
mese di permanenza in Nuova Zelanda. Oltre alla razione
di corsa quotidiana di 14 km, ho fatto due trekking, di
cui uno di 30 km, partendo da Nelson e risalendo tutto
il fiume Maitai fino alla sorgente, dopo
un'interminabile salita. Giornata stupenda e visioni
spettacolari che mi hanno ricordato le nostre Orobie e
buon approccio a quello che sarà l'imminente trekking di
60 km in tre giorni, in uno dei più bei parchi, l'Abel
Tasman.
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ABEL TASMAN NATIONAL PARK
(89)-09/02/2016
Bus-Nelson-Marahau-Nel.:
Da Nelson raggiungo
velocemente Marahau in bus e da qui inizia il coast
track nell'Abel Tasman National Park. Non si paga nessun
ticket per entrare ma è necessario avere prenotazione, a
scelta, per campeggio, hut o lodge. Io ho optato per hut
la prima notte e lodge la seconda più water taxi per
ritornare da Totaranui, dopo tre giorni. Nello zaino
serve avere il necessario per tutto il trekking, dato
che nei campeggi e negli hut non esiste cucina e su
tutto il percorso non c'è acqua. La giornata è stupenda
con sole e cielo limpido, temperatura calda mitigata da
un percorso spettacolare che per buona parte resta in
ombra, tra la fitta foresta. Il primo giorno decido di
fare tappa a Bark Bay, dopo 25 km e tutto quello che
vedo è meraviglioso. Visione di tutta la costa da più
punti, sentieri ben tenuti, puliti, larghi, sicuri ed
ottimamente segnalati, una vegetazione dai colori vivaci
e tante insenature con spiagge incontaminate e da sogno.
Tanto è il fascino che non mi accorgo dei km che passano
tra i molteplici saliscendi a picco sul mare e con lo
sguardo rivolto all'orizzonte. Arrivo a destinazione nel
pomeriggio con il sole ancora alto, una spiaggia lunga
ed un bel mare, mi invogliano a fare il mio primo bagno
in Nuova Zelanda. L'acqua è fredda, perfetta per
rigenerare i muscoli dopo una bella camminata. Passo la
notte in un hut che è praticamente un rifugio, due
stanze da 14 letti con materasso di plastica dura. Al
mattino parto con le nuvole minacciose che rendono
meno cromatiche vegetazione e mare ed arrivo ad Awarowa
prima di mezzogiorno. Il lodge è bellissimo e pure con
bar e ristorante e ne approfitto per mangiare una pasta
ed un cosciotto d'agnello strepitoso in modo da
dimenticare i panini del giorno prima. Nel pomeriggio
vado alla scoperta di tutta la zona ed anche qui bagno
salutare e foto a paesaggi, che con la bassa marea
cambieranno totalmente. Il fenomeno asciuga totalmente
un'ampia vallata, che ha una variazione di ben cinque
metri e che l'indomani attraverserò di buon ora prima
dell'alta marea. Dopo una nottata in un lettone comodo,
mi avvio con le prime luci dell'alba per attraversare la
grande vallata che dopo le otto scomparirà avvolta dalle
acque. Restano comunque dei rigagnoli che si
attraversano a piedi nudi ed una volta arrivato sulla
sponda opposta si riprende il sentiero che porta il
solito magnifico paesaggio ed arrivo velocemente a Totaranui. Come programmato proseguo verso il track nord
fino a Mutton per poi ritornare in tempo per prendere il
water taxi nel pomeriggio. Complessivamente ho percorso
60 km e il ritorno via mare, tra delfini e foche,
sancisce la degna conclusione di tre giorni fantastici.
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CHRISTCHURCH
(90) 12/02/2016 Bus-Nelson-Christchurch:
Scendo di
400 km a Christchurch, la più grande città dell'isola
del sud. Tappa di avvicinamento a Dunedin e curiosità
per vedere gli effetti del terremoto che nel 2010 e
2011, mise al tappeto la città causando 185 morti. La
zona si trova sopra una faglia superficiale che non si
era mossa per migliaia di anni e nonostante i soli 6,3
gradi di magnitudo, è stato devastante appunto per la
poca profondità dell'epicentro. Christchurch è' un
cantiere unico, tutti gli edifici sopra i due piani sono
stati abbattuti o sono in attesa di esserlo ed i segni
della scossa si vedono in particolare nella cattedrale
del XIX secolo e nei grandi alberghi, tutti lesionati e
inutilizzabili. In mezzo a cantieri e rovine si iniziano
a vedere i nuovi insediamenti, anche se i container
fanno bella mostra nel Re-star mall, con negozi, bar e
banche ospitati nelle scatole di acciaio. La cosa più
bella che offre la città è il bellissimo Hagley Park e
l'orto botanico e difatti la gente del posto si riversa
in questo angolo verde, per sfuggire all'immagine
desolante del centro. Domenica 14 verso le ore tredici,
stavo appunto andando verso il parco, quando una botta
tremenda mi ha fatto quasi cadere, lasciandomi
spaventato ed incredulo sul marciapiede. Una scossa di
5,9 gradi è arrivata improvvisamente, dopo quasi 5 anni
dall'ultima volta che è stata avvertita in città. Una
botta secca e breve, come quando due corpi si scontrano,
ma tanto è bastato a riportare la paura, tutti gli
edifici son stati evacuati e per 3 ore emergenza
assoluta, ma per fortuna nessun danno grave. Nella
serata altre due scosse han fatto traballare l'hostel ed
il terrore mi è rimasto fino all'indomani, quando ho
preso il bus per Dunedin.
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DUNEDIN
(91) 15/02/2016 Bus Christchurch-Dunedin:
Dunedin si
trova in fondo allo stretto di Otago ed è una tra le 4
città più importanti del paese. Ha la fortuna di avere
paesaggi splendidi con verdi colline, scogliere e strade
che scorrono a fianco dell'oceano e che delimitano tutta
la Peninsula. Il centro cittadino ha palazzi in stile
neogotico con la fotografatissima Railway Station, come
pure la First Church di Otago e la St. Paul's Cathedral.
Molto bella la scogliera di Tunnel Beach ed unica la
Otago Peninsula, a 20 km dalla città, culla della fauna
marina. Si inizia con il maestoso albatross
dall’apertura alare di tre metri, che nel Royal
Albatross Centre, situato nel Taiaroa Head, ha l’unico
posto al mondo dove ancora si possono trovare nel loro
habitat naturale. A breve distanza ecco le Fur Seals
ossia le foche ed il Little Blue Penguin, il più piccolo
pinguino esistente, con 25cm di altezza e solo 1kg di
peso. Purtroppo escono dall'acqua alla sera tardi e la
zona viene chiusa. Lontano una decina di km invece si
possono ammirare i pinguini dall’occhio giallo (Yellow-Eyed
Penguin), uno dei più rari al mondo. Inoltre fortunato
incontro con il raro Hooker Sealion, leone marino
endemico della Nuova Zelanda. In mezzo a questa
splendida natura e confortato da un clima ideale,
approfitto per fare tre uscite ravvicinate, con 25 km,
27 km e mezza maratona. La prossima meta è Fiordland,
con i trekking più belli al mondo e ci sarà poco spazio
per la corsa.
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KEPLER TRACK
(92) 22/02/2016 Bus Dunedin-Te Anau:
Il
Fiordland National Park si trova a 300 km ad ovest di
Dunedin, ed è una delle zone più belle della Nuova
Zelanda e tra le più ambite dagli amanti del trekking.
Te Anau è un piccolo centro da dove si può arrivare ai
tre grandi track, il Kepler, il Milford ed il Routeburn.
Il 24 Febbraio inizio con il Kepler Track, un anello
circolare di 60 km, che si fa in 3 o 4 giorni. Pianifico
il tutto in soli 2 giorni e parto dal villaggio a bordo
lago, con le prime luci dell'alba. Per arrivare al
Control Gate, la chiusa che regola il livello del bacino
e punto di partenza del track, ci sono 4 km e già si
intravede che la giornata non sarà delle migliori, piove
ed un arcobaleno colora le montagne, coperte da nuvoloni
neri. Oltre ai km iniziali ce ne sono altri 28,4 per
arrivare a Iris Burn Hut, passando per sentieri alti ed
impegnativi, quindi, ben coperto ed attrezzato, imposto
un buon passo, interrotto solo dai momenti dedicati alle
fotografie. I primi 10 km non offrono particolari
emozioni, si sale nascosti dalla foresta su un sentiero
ben curato e sicuro. Quando si arriva in prossimità di
Luxmore Hut, il paesaggio cambia e diventa tipico della
montagna, con sentiero stretto e vista impagabile sul
lago e sui fiordi. Un forte vento si unisce alla pioggia
ed ogni tanto, fa aprire le nuvole ed appare un timido
sole. Anche qui l'arcobaleno colora le montagne. Mi
fermo a Luxmore Hut per un panino veloce e inizio la
salita verso i 1500 metri con il vento che diventa
gelido e fortissimo. Ammiro le belle montagne ed i
fiordi in lontananza fino a Hanging Valley, un punto di
emergenza che segna l'inizio della discesa. Immortalo il
Cheeky Kea, un pappagallo alpino unico al mondo ed
endemico del South Island, denominato Clown della
montagna, per il suo essere dispettoso, con
l'accanimento su zaini, cibo, scarponi ed auto. Il lungo
tratto in discesa è quasi interamente nella foresta ed
il sentiero perde il fascino montano e diventa scivoloso
e instabile. Arrivo a Iris Burn Hut dopo 9h30', pochi
istanti prima che si scateni il diluvio, con raffiche di
vento e secchiate d'acqua. La situazione non cambia
durante la notte ed al mattino nessuno ha il coraggio di
uscire sotto la tormenta. Dovendo fare 31,6 + 4 km,
ripongo la macchina fotografica nello zaino e punto ad
arrivare prima possibile al villaggio. Scende tanta di
quella acqua che il sentiero, già brutto di suo, diventa
impraticabile, pozzanghere a non finire, scivoloso e con
diverse deviazioni causa frane. Questa seconda parte di
track non è per niente bella e pertanto continuo con
passo veloce e dove possibile, abbozzo qualche tentativo
di corsa, sopratutto per tenermi caldo. La pioggia non
molla un minuto e senza mai fermarmi concludo questo
trekking in meno di sette ore. Peccato per le condizioni
atmosferiche che hanno penalizzato tutto il Kepler
Track, che comunque ha offerto passaggi e visuali unici,
in un parco che riserverà altre emozioni.
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TE ANAU
Te Anau è un paesino di
5.000 abitanti, situato sulle sponde del lago omonimo,
si trova all'ingresso del Fiordland. Considerata
capitale del trekking mondiale. attira molti turisti per
i 3 circuiti nel parco nazionale. Dopo aver affrontato
il Kepler Track, avevo in programma il Milford Track,
che per arrivarci bisogna necessariamente usare il
traghetto. Purtroppo tutte le corse sono una esclusiva
dei tanti giapponesi, che con il day tour si fanno la
gitarella in barca e 11 km di walking. Il migliore di
tutti è il Routeburn Track ed essendo abbastanza
impegnativo, riesco a combinare il tutto per il primo
Marzo. Nel frattempo mi riciclo con la corsa inserendo
un bel lungo ed un medio. Nella zona si passeggia sul
lungo lago e si può ammirare il Takahe, un uccello
incapace di volare e ritenuto estinto nel 1898. Dopo
accurate ricerche, nel 1948 Geoffrey Orbell riuscì a
trovare alcuni esemplari sulle montagne circostanti a Te
Anau ed ora sono custoditi e monitorati nel locale Bird
Sanctuary.
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ROUTEBURN TRACK
Il
Routeburn è il più famoso track della Nuova Zelanda ed è
inserito stabilmente in tutte le classifiche tra i
migliori 10 trekking al mondo. The Divide è il punto di
partenza e ci si arriva con un ora di bus. Esco dal
Lakefront Village con il buio ed una temperatura che si è
abbassata, fino a toccare zero gradi e siamo ancora in
estate.
Per fortuna il cielo è limpido ed illuminato da una
stellata di buon auspicio. L'alba a The Divide è uggiosa
ed inizio il Routeburn Track tutto bardato, guanti
compreso. Il sentiero sale dolcemente tra la vegetazione
e per un'oretta si intravedono le cime delle montagne ed
un cielo che si sta aprendo. Ad un bivio trovo il
cartello Key Summit, con vista panoramica, non mi lascio
sfuggire l'occasione e subito appare uno spettacolo
fantastico, con laghetti, montagne illuminate dal sole,
ghiacciai e cielo azzurro sgombro da nuvole. La
temperatura si è alzata, non c'è vento ed i profumi
delle erbe alpine, completano lo scenario magico di
questa asperità. Ridiscendo con l'adrenalina a mille e
riprendo il sentiero che porta ai 708 mt. di Howden Hut,
dove iniziano una serie di passerelle e cascate. Si
lascia la fitta foresta, le cascate si intravedono da
più parti, il cielo è ormai di un azzurro spettacolare e
persino la luna si posiziona tra le vette e mi
accompagnerà per buona parte della giornata. Anche se
devo fare 23 km, prevalentemente in salita, me la prendo
comoda, scatto centinaia di fotografie (alla fine
saranno 1200) e mi fermo spesso ad ammirare le montagne
che mi circondano. Arrivo a Lake Mackenzie, il più
grande del percorso, il sole ormai caldo mi libera dai
guanti e dalla giacca e mi invita ad una sosta, con
veduta idilliaca, per un bel panino e ...acqua. Da oltre
un mese mi son messo in riga, zero alcol, caffè, tè e
bevande gassate, colazione con latte e cereali ed
alimentazione controllata. Ho pasticciato e bevuto
troppo nel 2015, non mi voglio perdere queste emozioni,
mi sento bene e non posso farmi del male. La salita da
questo momento diventa ripida, sentiero stretto e
ghiaioso, fino ai 1000 mt. della cima che sovrasta il
lago, da dove la visuale si apre su tutte le vette fino
ai fiordi in lontananza. Continuo ad essere colpito da
questo spettacolare track, grande merito anche della
giornata fantastica e del cielo limpido come poche volte
ho visto. Tutte le montagne hanno dei ghiacciai e sono a
circa 1500 mt. di altitudine, cosa normale in Nuova
Zelanda, dove i venti dell'Antartide contribuiscono alla
conservazione a quote non elevate. Una lunga traversata
sotto un sole caldo ed arrivo ai 1277 mt. di Harris
Saddle Shelter, dove azzanno un altro panino, questa
volta con vista spettacolare sulle montagne. Ancora un
centinaio di metri di dislivello e si presenta un'altra
bellezza, il Lake Harris, da dove partono le cascate che
poi troverò al Hut scelto per dormire. Sono ormai al
punto più alto del Routeburn ed intravedo la vallata,
con i rivoli delle varie cascatelle. Scendo fino ai 1000
mt. di Falls Hut e qui finisce la prima splendida
giornata di trekking nel Fiordland National Park. Di
sera la temperatura torna prossima allo zero, le
camerate non hanno riscaldamento e la nottata, senza
sacco a pelo (sono l'unico) si prospetta freddina. Dormo
con jeans, una maglia merino, una termica ed una di
lana, due paia calzini e resto calduccio, dentro il
sacco lenzuolo. Tutto programmato, il mio zaino di
viaggio, già oversize, non si può permettere altri
inserimenti, quindi per tutti i trekking questa è la
soluzione ottimale. Al mattino cielo coperto, nebbia e
freddo accompagnano i primi km verso la vallata, per poi
scomparire verso le dieci e lasciare spazio ad un'altra
splendida giornata.Per arrivare a Routeburn Shelter,
fine del track, ci sono 9 km, me la prendo mooolto calma
e resto sorpreso dalla bellezza di questo tratto.
Sentiero curato nei minimi particolari, tante cascate e
ponti tibetani, un fiume azzurro e calmo che poi si
scatena verso il fondo valle ed un Nature Walk nella
Forest Giant, contribuiscono ad annoverare il Routeburn
Track, tra i migliori trekking al mondo. Una due giorni
bellissima, che non dimenticherò, grazie anche al cielo
azzurro che ha regalato immagini fantastiche, con
spettatrice la Luna, che anche al termine, a Routeburn
Shelter, ha voluto dare l'ultimo saluto, per poi
scomparire dietro le vette.
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TONGARIRO TRACK
(93) 03/03/2016 Bus Te Anau-Dunedin:
(94) 04/03/2016
Aereo Dunedin-Auckland:
(95) 05/03/2016 Bus Auckland-Ohakune:(96)
09/03/2016 Bus Ohakune-Auckland:
Il
Tongariro è il più vecchio parco nazionale neozealandese
e nella trilogia Il Signore degli Anelli, alcune scene
furono girate nei pressi del vulcano Ngauruhoe (monte
Fato) Per gli ultimi giorni di permanenza nel paese dei
Kiwi, mi faccio una serie di trasferimenti per rientrare
nell'Isola del Nord. Bus da Te Anau a Dunedin e
pernottamento, aereo su Auckland e pernottamento e
quindi 6 ore di bus per spostarmi a Ohakune, Al mattino,
per raggiungere Whakapapa, partenza del Tongariro
Northern Circuit, mi affido ad un bus locale ed arrivo
di fronte al visitor centre, con il sole bello alto. Il
clima è ottimo, nonostante i mille metri di altitudine e
parto deciso dovendo percorrere 21,8 km, con salite
impegnative. I ghiacciai del Mount Ruapehu, il più alto
vulcano del parco, riflettono i raggi del sole mentre,
di fronte a me, le nuvole basse nascondono le vette del
Tongariro e del Ngauruhoe, Fino al Mangatepopo Hut il
percorso è brutto, sentiero pieno di solchi attorniato
da erbacce. Da questo punto inizia il popolare Tangariro
Alpine Crossing, che si fa in un giorno ed è scelto dai
più essendo la parte più suggestiva. Inizio a salire tra
il grigiore del cielo e dei blocchi lavici, su un
sentiero curato, con passerelle e scalini in legno nei
punti critici. Non si vede niente, l'aria è diventata
frizzante e lo sconforto inizia a prendere il
sopravvento, mentre l'ascesa è diventata dura ed il
fondo pericoloso. Arrivato a 1800 mt, di fronte al Red
Crater, improvvisamente le nuvole si diradano e lo
spettacolo è magnifico, con l'azzurro del cielo che ha
ridato colore alle montagne. Dopo l'ultimo tratto di
salita, arrivo alla sommità e vedo la meraviglia, il
grande Blue Lake in lontananza e sotto l'Emerald Lakes,
tre laghetti dal colore fosforescente. Il tratto di
discesa è instabile e pericoloso, l'odore di zolfo è
forte ed il terreno caldo unito al sole splendente, fa
aumentare la temperatura. Mi metto finalmente in maniche
corte e vado sul bordo del Emerald Lake, guardo le
bocche fumanti che emanano zolfo e successivamente mi
porto sul pianoro del grande Blue Lake. Bella la vista
del lago ma incredile la veduta della caldera e
del Tongariro, finalmente liberato dalle nubi. Lascio
questa splendida zona ed inizio la discesa verso Oturere
hut, dove passerò la notte. Mi conforta la temperatura
alta ed il presupposto di una rilassane dormita. Grossi
blocchi di lava, ghiaia e sabbia condizionano il
cammino. Arrivo comunque arzillo alla meta ed
effettivamente la nottata fila via senza problemi,
insaccato nel mio lenzuolino in seta. Al mattino sole
splendente e vento forte regalano un coloratissimo
Ngauruhoe, il monte Fato del The Lord of the Rings e mi
incammino tra un cielo azzurro, con pennellate bianche
d'autore. Di fronte mi ritrovo il Mount Ruapehu,
illuminato più che mai, che come una stella cometa,
delinea la via per arrivare a Whakapapa. Non ce ne
sarebbe bisogno, tutti rimanenti 21,8 km sembrano più un
percorso di slalom gigante, per i paletti che sono
posizionati ogni venti metri. Sotto il sole, sbattuto
dal vento, passo da Waihohonu hat, da Tama Lake e dalle
Taranaki Falls, con passo veloce per non perdere la
coincidenza con il bus. Finisce anche questo fantastico
trekking e con una punta di tristezza, torno ad
Auckland, dove prenderò l'aereo per Tonga. La nuova
Zelanda mi resterà nel cuore, mi ha ridato le emozioni
della montagna, che mi mancavano da troppo tempo. Ho
visto posti magnifici e non solo nei parchi, tutti i km
percorsi in bus sono stati contrassegnati da un
territorio collinare, verde, un oasi naturalistica. Non
ho visto tutto ed il mio saluto è un arrivederci, ci
rivedremo per completare l'opera e magari rifare ancora
i track che mi han lasciato splendidi ed indelebili
ricordi.
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