L'Ecuador
è una repubblica presidenziale del Sud America con un'estensione
territoriale poco inferiore all’Italia, ha una popolazione di 16
milioni di abitanti ed è attraversato dall'equatore, da cui prende
il nome. La capitale è Quito, dichiarata Patrimonio dell'umanità nel
1970, per avere il centro storico meglio conservato e meno alterato
dell'America Latina. La città più popolosa e più grande porto del
paese è Guayaquil, mentre Cuenca, terza per abitanti, è anch'essa
patrimonio dell'umanità, per essere un ottimo esempio di città
pianificata in stile coloniale spagnolo. Fa parte dell'Ecuador anche
l'arcipelago delle Isole Galápagos, situato a circa 1.000 km dalla
costa e particolarmente ricco di specie endemiche. La parte centrale
del paese è attraversata da nord a sud dalla Cordigliera delle Ande,
costituita da due catene parallele: la Cordigliera Centrale
(chiamata anche Cordillera Real) e la Cordigliera Occidentale. Le
vette situate nella parte settentrionale sono costituite per lo più
da vulcani ancora attivi. In quest'area si trova uno dei più alti
vulcani attivi del mondo, il Cotopaxi (5.897 mt), mentre la cima più
elevata è il monte Chimborazo (6.310 mt), un vulcano estinto. La
moneta ufficiale è il dollaro statunitense che nel 2000 portò alla
scomparsa del Sucre ecuadoriano, dopo una grave crisi per la caduta
del prezzo del petrolio e per i vincoli che il governo aveva con le
banche corrotte.
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GUAYAQUIL
(117)-04/08/2016
bus Trujillo-Guayaquil:
Parto di sera da Trujillo con il comodo bus della
compagnia Cruz Del Sur ed impiego 19 ore per arrivare a
Guayaquil. Le strade del Perù per fortuna sono buone ed
il viaggio si dimostra meno pesante del previsto. Alla
frontiera solito passaggio pedonale, timbri sul
passaporto ed in cinque minuti sono in Ecuador.
Guayaquil con quasi quattro milioni di abitanti, è la
città più popolata del paese, si affaccia sull'oceano
Pacifico e grazie al suo porto è diventata un importante
centro economico internazionale. Uno dei posti più
interessanti per il turismo è il Malecón 2000, opera di
rigenerazione urbana, con una passeggiata di 3 km circa
in riva al fiume Guayas, arricchita da numerosi
ristoranti, negozi, musei e luoghi di svago. Bello e
caratteristico Las Peñas, quartiere più antico di
Guayaquil, con costruzioni che risalgono all'epoca del
grande incendio del 1896. Da sempre considerato un'area
degradata della città, caratterizzata da traffici
illeciti e dalla malavita, negli ultimi anni questo
quartiere si è trasformato, grazie alla volontà degli
abitanti ed a un progetto di recupero, fino a diventare
una delle principali attrazioni della città, con la sua
scalinata composta da 444 gradini che porta a uno dei
più amati simboli di Guayaquil: il faro collocato sulla
cima della collina. In pieno centro, singolare il Parque
de las Iguanas, piccola oasi dove iguana e tartarughe
scorazzano tra bambini festanti.
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CUENCA
(118)-08/08/2016
bus Guayaquil-Cuenca:
Dopo aver sofferto i 28 gradi di Guayaquil, torno tra le
montagne a Cuenca, terza città dell'Ecuador per
popolazione. Dei 500.000 abitanti, il 90% è meticcio ed
è evidente la differenza con le tipiche popolazioni
andine, legate ai costumi, alle tradizioni ed ai canti
popolari. Posizionata in una valletta nella Cordillera
Oriental a 2.450 mt, Cuenca è l'ennesimo patrimonio
dell'UNESCO, per il bel centro storico e per la
pianificazione in stile coloniale spagnolo. Anche se in
questo momento la città è un immenso cantiere per
l'ultimazione della nuova tranvia, devo dire che è
proprio bella, sicura, vivibile e con una temperatura
media annuale di 15°. Oltre agli edifici coloniali, si
distingue per le numerose chiese, per le vie zeppe di
locali ed esercizi commerciali e per le otto università,
tra cui la Universidad de Cuenca, la più antica e che
conta 12.000 studenti. Il parco Calderon è la piazza
centrale dove si affaccia la vecchia cattedrale del XVI°
secolo e la nuova cattedrale neogotica dell'Immacolata
Concezione, simbolo della città. Oltre ai cupoloni, la
nuova cattedrale ha due torri troncate e mai portate a
termine a causa di un macroscopico errore di
progettazione: se fossero state ultimate, le fondamenta
non sarebbero state in grado di reggerne il peso e la
struttura sarebbe crollata. In questo bellissimo
scenario, decido di allungare la permanenza e
staccare per una settimana da trekking e tour vari,
focalizzando l'attività fisica alla sola corsa. Nei
quattro mesi in Sud America, ho collezionato solo sei
uscite da 10 km ed a Cuenca trovo una bellissima
ciclabile che costeggia il fiume Tomebamba e che scende
dolcemente a valle. Una meraviglia che mi porta ad
uscire sette giorni su sette, togliendomi un po' di
ruggine e dando il la alla preparazione per la maratona
di Londra ed il Passatore.
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RIOBAMBA
(119)-16/08/2016
bus Cuenca-Riobamba:
Le belle uscite di corsa in quel di Cuenca, mi portano
ad una buona condizione fisica per poter affrontare la
montagna
più alta dell'Ecuador, il Chimborazo, 6310 mt. Parto per
Riobamba con un bus non paragonabile a quelli trovati in
Perù, posti stretti, nessun controllo e gente che sale e
scende in modo continuo. Sembra di essere al mercato,
con venditori di frutta e alimenti vari che si imbarcano
al volo e quel che è peggio, personaggi che fanno comizi
di un ora raccontando frottole e proponendo pillole
miracolose. E' un viaggio snervante ma per fortuna il
paesaggio mi porta a stare quasi sempre con lo sguardo
inchiodato al finestrino. Dopo circa tre ore ci fermiamo
per una sosta e tutti scendono per mangiare qualcosa. Mi
alzo per prendere lo zainetto che ho posizionato nello
spazio sopra e non lo vedo, non realizzo subito e provo
a guardare in altri spazi. Resto pietrificato, lo
zainetto non c'è, me lo hanno rubato e manco mi sono
accorto. Prendo di botto l'autista e quella specie di
aiutante ma niente, loro non rispondono del bagaglio a
mano. Mi sento crollare il mondo addosso, tutte le cose
importanti erano li dentro: passaporto, carta
d'identità, patente, computer, due cellulari, due carte
di credito, il token del home banking, due macchine
fotografiche, tutte le lenti a contatto, i cartellini
dei vaccini, i cavi per ricaricare. Un disastro, avevo
messo in preventivo che qualcosa mi sarebbe successo
prima o poi, ma non cos¡, mi han portato via
praticamente tutto. E' la prima volta che non tengo il
passaporto nel giubbino ed anche lo zainetto sotto i
piedi, era troppo pieno e non ci stava. Tutte queste
cose le ho sempre tenute chiuse nello zaino grande ed ho
avuto una cura maniacale, è bastato un attimo di
disattenzione e mi hanno bastonato. Colpa mia, ho ancora
ben vivo il ricordo della gente boliviana e peruviana,
qui la situazione è ben diversa, anche i locali si
tengono tutto stretto, segno di una pericolosità
costante. Oltre all'abbigliamento presente nello zaino
grande, mi è
rimasta una carta di credito con il plafond più elevato,
un cellulare, l'Ipad e 900 dollari, praticamente le cose
che avevo nel giubbino. Arrivo a Riobamba ancora
incredulo e con mille pensieri, è la fine devo rientrare
prima in Italia. Avviso casa, comincio a controllare i
voli per il rientro, le preoccupazioni principali sono
per le lenti a contatto e per i prelievi con l'unica
carta rimasta, che in Perù non funzionava. Mi faccio
forza e comincio a chiedere per le lenti e mi dicono che
a Quito si trovano facilmente, vado al bancomat e per
fortuna riesco a prelevare. Mi torna il sorriso, avviso
l'albergo che mi fermo solo due giorni, faccio la
denuncia online e mi informo sugli orari dell'ambasciata
italiana a Quito. Purtroppo il Chimborazo lo vedo solo
da lontano e non posso nemmeno fotografarlo, le mie due
belle Canon staranno immortalando altri scenari.
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AMBASCIATA ITALIANA QUITO
(120)-18/08/2016
bus Riobamba-Quito:
Il viaggio verso la capitale Quito, e' tutto un pensare
sul da farsi e non mi rassegno a dover tornare in Italia
prima del previsto. NON PUO' FINIRE COSI'. Decido di
puntare fortemente sull'emissione di un nuovo passaporto
da parte dell'ambasciata italiana, invece dell'
Emergency Travel Document, che permetterebbe il
rimpatrio immediato. Mi presento in ambasciata di buon
mattino con fotocopie passaporto e carta identita', due
foto e denuncia alla Fiscalia General del Estado.
All'ingresso trovo un agente che parla solo spagnolo, mi
chiede se ho la prenotazione. Alla mia risposta negativa
mi dice che non puo' farmi passare e che e'
obbligatoria. Insisto ma non capisce, lo supplico di
chiamare qualche funzionario italiano e dopo attimi di
nervosismo, mi indica un accesso laterale. Dopo
spiegazione dell'accaduto, consegno il plico ad un
agente ed in breve tempo arriva un alto funzionario che
gentilmente mi fa passare. Un'ora di attesa ed allo
sportello mi interfaccio con un giovane italiano molto
cortese e domando se possibile avere un nuovo
passaporto. Mi anticipa che i tempi non saranno brevi,
bisogna aspettare nulla osta dalla Questura di Bergamo e
successivamente iter di emissione da parte
dell'ambasciata. Non ho problemi e nemmeno prenotazioni
in corso, quindi posso tranquillamente aspettare,
confortato anche dalla fotocopia del passaporto che mi
permette comunque di muovermi in Ecuador. Mi invita ad
andare alla Fiscalia a far mettere il timbro alla
denuncia ed anche qui nervosismo alle stelle, trovo una
fila interminabile in attesa. Sconfortato mi intrufolo
in un ufficio e chiedo di mettere il timbro, una signora
mi dice che e' possibile solo dopo denuncia davanti ad
un funzionario, con spiegazione dettagliata del furto.
Le ripeto piu' volte che l'ambasciata italiana ritiene
valido questo documento, basta che ci sia il timbro e
finalmente mi accontenta. Torno in ambasciata, compilo
altri documenti, lascio la mia email ed appena arriva
nulla osta da Bergamo, parte la procedura di emissione
nuovo passaporto, previo versamento bancario di circa
130 dollari. Finita questa odissea inizia il ripristino
delle cose rubate, computer, macchina fotografica, lenti
a contatto, cavo per gps running, ecc. che riesco a
trovare con grande difficoltà e pazienza. Da Bergamo
invece aspetto che arrivino nuove carte di credito e
token home banking, che il mio grande amico Fabio
provvederà a spedirmi.
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QUITO
04/09/2016:
Sono 15 i giorni di permanenza a Quito ed aspetto
solo la chiamata dell'ambasciata per l'emissione
passaporto. Purtroppo il nulla osta da Bergamo si fa
attendere ma nel frattempo stanno arrivando carte di
credito e token, che Fabio mi ha spedito. Questo mi
permetterà di chiudere con i voli ed il tour di otto
giorni alle Galapagos, previsto per il periodo natalizio
con mio figlio Marco. In questo lasso di tempo, ho
setacciato la città alla ricerca di agenzie ed avendo
tempo a disposizione, ho ottenuto l'itinerario che
volevo ad un prezzo incredibile. Non tutto il male viene
per nuocere. Quito e' una bella
città situata a 2850 mt. s.l.m. ha un centro storico
stupendo con 17 piazze, 40 chiese, 16 monasteri, 12
musei e molti cortili. Grazie anche ai suoi palazzi
coloniali e' patrimonio dell'UNESCO dal 1978. Cuore
della città e' Plaza Grande dove si affaccia il palazzo
presidenziale, visitabile gratuitamente previa
prenotazione. Ogni lunedì mattina, al cambio della
guardia, il Presidente Correa presenzia alla cerimonia,
salutato dalla folla. Nota
dolente e' la criminalità che con prostituzione ed
alcolismo rende questa città estremamente pericolosa,
nonostante il presidio massiccio della polizia. Il tasso di povertà elevato obbliga inoltre un
grande numero di persone a vendere l'inverosimile, dai
fiammiferi alla carta igienica fino alle stringhe ed
alle caramelle, il tutto condito da un gran vociare. Bisogna fare molta
attenzione a non frequentare zone isolate, a non
mostrare oggetti di valore ed a non rientrare tardi la
sera. Il centro cittadino di giorno e' affollato e
difficilmente si e' vittima di rapine ma come cala la
sera, tutti i negozi abbassano le saracinesche e le vie
si svuotano. Io esco sempre senza cellulare, con i
dollari necessari per la cena e non ho nessuna paura,
anche se mi muovo da solo. Ogni tanto i poliziotti mi
fermano e mi raccomandano attenzione e come faccio
presente che ho già dato, si mettono a ridere.
Nonostante questo a Quito mi sto trovando bene, ho dei
punti fermi in ristoranti, bar, pasticcerie e non ho
problemi di nessun genere. Sono in un buon
albergo, sicuro, con stanza grande e vista sulla città,
vicino ad uno dei parchi più belli, l' Itchimbia. Oltre
al centro storico, Quito e' bella anche per i favolosi
parchi, ben tenuti, immensi e presidiati, dove la gente
si riversa per sfuggire all'inquinamento e per un
momento di relax. Itchimbia domina la capitale da una
collina con vista spettacolare, ha campi di calcio,
pallavolo e parchi giochi attrezzati per i bambini. Il
vero gioiello e' una ciclabile che spazia a 360°, con un
percorso ondulato di 2860 mt, segnato ogni 100. Il
motivo per cui non sento nessuna esigenza di lasciare
Quito e' proprio questa ciclabile, spettacolare, che mi
ospita tutti i giorni e che mi sta ridando entusiasmo e
voglia di infilare le scarpette. L'iscrizione alla
maratona di Londra ed il successivo impegno al
Passatore, han catapultato la corsa ai primi posti nella
mia pianificazione giornaliera ed anche se i 3000 mt. di
altitudine si fan sentire, lo scenario e la felicità
sovrastano ogni respiro affannoso.
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MITAD DEL MUNDO
12/09/2016:
Ancora nessuna notizia dalla ambasciata italiana per
quanto riguarda il passaporto, buone nuove invece dalla
corsa che mi vede impegnato con cinque sedute
settimanali. Nei due giorni di riposo ho visitato la
Mitad del Mundo, dove passa l'equatore e la terra si
divide in due emisferi, ed il Teleferiqo, cabinovia che
regala una vista meravigliosa su Quito e che con un bel
trekking porta al Rucu Pichincha, 4696 mt. Con l'arrivo
delle carte di credito (grazie Fabio) ho completato le
prenotazioni per il tour natalizio con mio figlio Marco
tra Galapagos, Peru' e Colombia, risparmiando oltre
mille euro, che mi son serviti per ripristinare tutte le
cose rubate. Purtroppo oltre 60.000 foto originali di
questo viaggio sono andate perse; per fortuna il sito
Forvezeta.it custodisce le più belle ed e' veramente
fantastico poterle scorrere online. Il Parque Itchimbia
continua ad essere il mio luogo di allenamento, con
sedute programmate e sensibili miglioramenti che mi
stanno portando ad una buona corsa. Ormai la testa e'
agli impegni primaverili e qualsiasi itinerario a venire
dovrà essere compatibile con minimo quattro uscite
settimanali. La Mitad del Mundo dista da Quito 30 km, la
latitudine
0°-0'-0"
e' rappresentata da un monumento piramidale alto 30 mt,
con ogni lato rivolto verso una direzione cardinale ed
il globo in metallo alla sua estremità. Al suo interno,
si trovano varie simulazioni sull'effetto della gravità,
come la forza centrifuga che fa pesare di meno, la forza
magnetica e l'elettricità wireless. La posizione
dell'equatore fu determinata da una spedizione
franco-spagnola nel XVIII° secolo ma la tecnologia
attuale, con misurazione GPS, ha stabilito la posizione
esatta 240 mt. più a sud. Il Teleferiqo dista invece
pochi km dalla città, si arriva a 4100 mt in cabinovia e
con una camminata di un paio d'ore si sale verso la
vetta del Rucu Pichincha. L'ultimo tratto e'
impegnativo, su roccia e senza riferimenti, per ammirare
uno splendido panorama a 4696 mt.
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EL PANECILLO
21/09/2016:
Il nulla osta della Questura di Bergamo e' finalmente
arrivato e Venerdì 23 Settembre mi devo presentare in
ambasciata per le ultime formalità. E' più di un mese
che bazzico per Quito ed anche se mi sto trovando bene,
sento il bisogno di proseguire il viaggio, destinazione
Colombia. Il clima e' cambiato, siamo in pieno inverno e
quasi tutti i giorni, puntuale arriva l'acquazzone
pomeridiano, violento e che compensa i 5 mesi
sudamericani senza precipitazioni. Purtroppo devo
accantonare l'idea di salire in vetta al Chimborazo, non
ho trovato agenzie disponibili, tutto fermo fino a
Dicembre. La vita a Quito scorre serena, al mattino
colazione in pasticceria, sosta in Plaza Grande per un
attimo di musica locale con tre arzilli signori e quindi
passeggiata per le vie del centro. Al pomeriggio corsa
sulla ciclabile del Parque Itchimbia ed a seguire cena
verso le 19:00. Continuo a divertirmi ad osservare le
persone, a sentire la cantilena "un dolar un dolar" dei
tanti che cercano di vendere qualcosa, mi stupisce
l'enorme numero di non vedenti, di homeless e
poliziotti. Quito alla fine ti adotta, un sorriso ed un
saluto non manca mai, la gente non e' invadente, non ti
importuna, cerca solo di racimolare qualche dollaro, per
vivere. Poi c'e' la parte che delinque, ma se sei
accorto e non te la vai a cercare, non ti succede
assolutamente nulla. Tutti i turisti si muovono in
gruppo, accompagnati dalle guide locali, utilizzano taxi
e non si fidano dei mezzi pubblici, hanno la psicosi dei
furti e delle rapine, vivono male la città. I bus
pubblici sono economici, costano 0,25$ e nonostante i
precedenti, io li uso senza problemi. Ogni giorno macino
km muovendomi da solo, tra vie trafficate e non, unico
accorgimento, rientro presto la sera, non mi interessa
la vita notturna, non corro rischi inutili. El Panecillo
e' tra i posti considerati pericolosi e pochi affrontano
la scalinata che porta alla sommità della collina che
sovrasta Quito. Sulla cima si trova una gigantesca
statua in alluminio della "Virgen", la cui particolarità
e' il fatto di essere alata, a tal punto che i locali
ritengono sia l'unica al mondo raffigurata con le ali di
un angelo. L'area e' costantemente presidiata dalla
polizia fino alle 16:00; prima di salire ho chiesto se
era sicura, ed avute le rassicurazioni del caso, ho
affrontato i mille gradini con assoluta tranquillità,
gustando il panorama e l'aria frizzante. Come
consuetudine, non mi lascio condizionare da recensioni e
giudizi impropri, tengo ad informarmi in loco e toccare
dal vivo tutte le bellezze che ogni luogo riserva.
Questo e' il mio modo di viaggiare.
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QUITO CAPITALE
26/09/2016:
Il tanto sospirato passaporto mi viene consegnato Lunedì
26 Settembre e finalmente ritorno ad avere un'identità.
E' arrivato il momento di lasciare Quito e con il
documento in mano, prenoto il bus che, in venti ore, mi
porterà a Cali' in Colombia. Negli ultimi giorni mi
rilasso con la visita al Palacio de Carondelet ed al
museo La Casa del Alabado. Il Carondelet si affaccia su
Plaza Grande, e' la sede del Governo e residenza del
Presidente della Repubblica. La visita guidata nelle
stanze del potere e' gratuita, dura circa un'ora ed
oltre ai saloni, si possono ammirare i tanti
riconoscimenti internazionali del Presidente Rafael
Correa, ed i doni che i capi di stato gli han riservato.
La Casa de Alabado si trova in un edificio coloniale del
XVII° secolo nel centro storico della città, e' un museo
di arte precolombiana molto interessante, unico nel suo
genere, con 8 stanze e 8 temi differenti. Ci sono
qualcosa come 5000 reperti, con alcuni risalenti
addirittura al 4800 a.c. Si chiude qui la mia permanenza
in Ecuador e non e' un addio, visto che tornerò a Natale
per il tour alle Galapagos. Purtroppo non e' andata come
volevo, avevo in mente altri itinerari, ma le
circostanze mi han fermato a Quito 40 giorni ed ora
preferisco tuffarmi nella realtà colombiana. L'Ecuador
e' molto diverso da Bolivia e Perù, non ha niente a che
vedere con le popolazioni andine, si avvicina molto di
più ai paesi caraibici. Ha una ricchezza data dal
petrolio e la sfrutta rendendo le città pulite,
presidiate, con splendidi parchi e conservazione degli
edifici storici. I prezzi sono molto alti per le cose
secondarie, come la tecnologia, abbigliamento firmato,
bar e ristoranti frequentati da turisti, mentre gli
esercizi dove i locali si servono, restano abbastanza
accessibili.
A parte lo sciagurato episodio del furto, anche in
Ecuador mi son trovato bene, ormai sono talmente
attratto dal Sud America, che riesco a vedere solo le
cose positive. Ho visto belle città come Cuenca e Quito,
conosciuto persone affabili e trascorso momenti sereni,
anche grazie alla corsa.
Sono contento di essere riuscito ad ottenere un nuovo
passaporto presso l'ambasciata, senza tornare in Italia
e fortunato nel avere un grande amico come Fabio, pronto
a spedirmi le carte di credito. Ora posso continuare il
mio viaggio e dar seguito alle splendide giornate sin
qui passate.
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