Il
Madagascar è la quarta più grande isola del mondo ed è situato
nell'oceano Indiano, al largo della costa africana, di fronte al
Mozambico. Ha uno straordinario grado di endemismo della specie
animale con lemuri, camaleonti, tartarughe, gechi e farfalle. Per
quanto riguarda la specie vegetale, ben otto tipi di baobab,
centosettanta di palme, un migliaio di orchidee, tra cui quella che
si ricava la vaniglia e molte piante carnivore. Endemica è pure la
malaria con un tasso di mortalità elevato, in particolar modo tra i
bambini al di sotto dei cinque anni. Il Madagascar viene anche
chiamato isola rossa per il colore rosso intenso del terreno ricco
di ferro, ha un altopiano centrale con valli fertili e risaie.
Grande due volte l'Italia ha ventidue milioni di abitanti, di cui
oltre la metà under diciotto e due terzi che vivono sotto la soglia
di povertà. E' tra le nazioni più povere al mondo ed il crescente
senso di insicurezza e disperazione, ha determinato un elevato
numero di furti, rapine ed aggressioni.
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ANTANANARIVO
(31)-331/05/2015 aereo Victoria-Antananarivo:
Meno di tre ore di volo per arrivare nella capitale del
Madagascar e trovare un clima fresco ed asciutto. Antananarivo si
trova sull'altopiano centrale a 1400 mt. ed in questo momento è in
pieno inverno australe. Le temperature di giorno oscillano intorno
ai venti gradi mentre di notte scendono sensibilmente, arrivando
anche sotto i dieci. I servizi pubblici sono inesistenti e per
arrivare in città mi faccio accompagnare da un signore che bazzica
in aeroporto. Saliamo posteriormente su un trasandato pulmino tipo
Fiat Ducato, mi siedo vicino ad un ragazzo intento ad accarezzare un
bel gallo da combattimento, che potrebbe anche essere all'ultimo
viaggio. Percorso tra i sobborghi poveri della città, che mettono i
brividi solo a guardarli e primo impatto forte con Antananarivo nel
tratto a piedi verso l'albergo. Turisti ce ne sono pochi ed i
bianchi che incrocio si contano sulle dita di una mano ed il mio
accompagnatore mi catechizza subito sul come muovermi in città.
Niente borse, cellulari, macchine fotografiche, orologi e catenelle,
soldi e passaporto nascosti sotto gli indumenti ed al calar della
sera chiuso in albergo, per via della grossa delinquenza. Ci devo
comunque convivere e l'indomani, con le dovute cautele, mi addentro
per viuzze strapiene di ambulanti, con oggetti di ogni genere
appoggiati sui marciapiedi. Mi concedo solo la piccola macchina
fotografica tascabile per rubare qualche imagine ed assisto al
disperato tentativo di un giapponese per trattenere il borsello. Una
signora anziana si è letteralmente agganciata alla cinghia a
tracolla e sta aggredendo il malcapitato, alla presenza di una
ventina di persone. In questo clima, non perdo comunque occasione di
vedere la città, che ha i punti più belli e panoramici nella parte
alta, dove svetta il palais de la Reine. Per il resto solo miseria e
povertà, gente che vive per strada, tanti bambini e molte ragazze
madri, giovanissime e tristi. In attesa di partire, destinazione sud
del paese, inizio la profilassi antimalarica e mi convinco sempre
più di aver fatto cosa giusta nel affidarmi, per la prima volta, ad
un tour operator. Una macchina a mia completa disposizione ed una
guida personale, mi accompagneranno per il resto della permanenza in
Madagascar, che a detta di tutti, offre paesaggi unici, da vera
Africa.
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ANDASIBE
(32)-304/06/2015
suv Antananarivo -Andasibe:
Con un comodo suv e Jo, autista malgascio che parla
perfettamente l'italiano, lasciamo la capitale e ci dirigiamo ad est
per visitare uno dei più importanti parchi del Madagascar. Sono solo
150 km ma bastano per capire che tutti i trasferimenti non saranno
semplici. Strade in un susseguirsi di saliscendi, curve infinite,
una sola corsia di marcia per direzione e velocità molto bassa si
uniscono ad un fondo stradale sconnesso e pieno di buche, da non
consigliare a chi soffre il mal d'auto. Per fortuna la guida del mio
driver è molto buona e sicura, cosa fondamentale su queste strade
dove i taxi collettivi sfrecciano a velocità sostenuta ed i camion
procedono come le lumache. Come primo approccio alle visite dei vari
parchi, iniziamo dalla Exotic Reserve Peyrieras, dove faccio la
prima conoscenza di lemuri, camaleonti, coccodrilli, gechi, serpenti
e farfalle. La riserva più importante è la Mantadia National Park,
nota anche come Perinet, che si estende su 810 acri, tra gli 800 ed
i 1200 mt di altitudine, in una foresta ricca di biodiversità e
specie endemiche, tra cui undici di lemuri. Qui vivono protetti e
controllati da sistemi elettronici, i rari Indri Indri, unici per il
colore bianco-nero e tra i lemuri più grossi. A causa del basso
tasso riproduttivo, sono stati inseriti tra le 100 specie di
mammiferi a rischio di estinzione. Non sempre è possibile scovarli
tra gli alti alberi della foresta, fortunatamente grazie alla
ragazza che mi ha fatto da guida, li ho potuti ammirare e
fotografare. Una delle caratteristiche delle riserve in Madagascar è
che oltre al biglietto di ingresso, devi sempre avere una guida del
parco che ti accompagna. Per completare l'itinerario naturalistico,
un magnifico resort sperduto tra le montagne, dove ero l'unico
cliente, mi ha fatto passare le serate con la lampada a petrolio,
per l'uso del generatore esclusivamente dalle diciotto alle ventuno.
In un contesto incantevole, ho avuto la possibilità di fare una
bella passeggiata sui monti con un ragazzo locale, che per due ore
ha saltellato a piedi nudi tra rocce, erbacce e fango.
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ALTOPIANO CENTRALE
(33)-06/06/2015
suv-Antsirabe:
(34) 07/06 Ranomafana: (35)
08/06-Fianarantsoa:
Dopo i due bei giorni ad Andasibe si riprende la strada
per Antananarivo, puntando in direzione sud sulla micidiale RN7. In
tre tappe percorriamo 500 km di altopiano, tutto oltre i mille
metri, caratterizzato da paesaggi stupendi, incredibili scenari,
colori, visi, costumi e cruda realtà. Valli fertili fondamentali per
l'agricoltura, sostengono le due grandi etnie delle hautes terres, i
Merina ed i Betsileo. La strada ed i vari mercati di paese sono i
punti nevralgici di vendita ed è il classico esempio di prodotti a
km zero. Tutto resta nell'ambito del territorio e si produce il
possibile, dal riso agli ortaggi, dalla frutta alle fibre per
tessuti, dal riciclo dell'alluminio alla lavorazione del legno. Gli
animali sono altresì importanti ed il zebù, onnipresente sui
pascoli, è il bovino per eccellenza, quindi pollame e pesci di
fiume. Varie soste nei villaggi e la costante osservazione della
quotidianità, hanno rafforzato l'idea dell'estremo disagio di questa
gente, con nuclei familiari numerosi ed una infinità di bambini.
Molti non hanno energia elettrica, si spostano sempre a piedi, nei
campi non ho visto un mezzo motorizzato e sembra proprio che il
progresso qui sia uno sconosciuto. La maggior parte delle case è in
legno, nessuna ha la canna fumaria ed il camino sul tetto, si cucina
in una stanza con il fumo nero della legna che annerisce pareti e la
parte esterna della finestra. Si vive con poco, i bambini hanno
abiti trasandati, camminare a piedi nudi è normale e si fatica tanto
per sopravvivere. Tra queste povere popolazioni è molto forte
l'attaccamento alle tradizioni e la più presente è la credenza del
potere dei defunti e degli antenati. Oltre al funerale ed alla
sepoltura nel punto più alto del paese, c'è l'usanza della
riesumazione del cadavere entro sette anni,
durante l'inverno malgascio. Il defunto viene riportato alla luce
per essere riavvolto in un nuovo sudario di seta e portato in giro
per mostrare i cambiamenti dopo la morte.
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SUD
MADAGASCAR
(36)-09/06/2015
suv-Fianarantsoa-Isalo:
Prosegue la RN7 ma termina l'altopiano che lascia il
posto a terreni aridi e villaggi ancora più poveri- Si entra nel sud
Madagascar ed il colore del paesaggio cambia radicalmente assumendo
tonalità grigio marrone, tipiche delle montagne rocciose e delle
terre incolte. In certi villaggi affiora la vera povertà, frutto di
privazioni e mancanza di sostentamento, dove la terra non offre il
minimo sostegno alimentare e la gente non ha di che vivere.
Paradossalmente il viaggio riserva visioni incredibili, con montagne
e vallate bellissime che avvolgono un cielo azzurro ed un sole
brillante. Oasi naturalistiche si trovano all' Anja park ed al
National park Isalo, completamente diversi ma con lemuri che vanno
ad integrare le specie viste in altri siti. L'Anja park pur con
dimensioni ridotte permette di vedere da vicino molti lemuri e
camaleonti mentre l'Isalo park è unico per le montagne rocciose, le
vedute spettacolari, il canyon, le cascatelle, i lemuri ed i
camaleonti. E dulcis in fundo, sulla RN7 che finisce a Tulear, si
incontrano i baobab che catturano le prime luci dell'alba,
riflettendo sul maestoso busto tutta la luce che riscalderà la valle
ed i suoi abitanti.
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ANAKAO
(37)-11/06/2015
suv-Tulear-scafo Anakao:
Arriviamo a Tulear leggermente in ritardo ed il mare
inizia a riempire la spiaggia con l'alta marea. Saluto Jo che
ritorna da solo ad Antananarivo ed un carro trainato da
zebù mi trasporta fino allo scafo che in un ora approderà ad Anakao.
Esperienza non bella con il carro che scivola sul
fondo melmoso, ed in alto mare lo scafo che salta sballottato dalle
onde nervose. Anakao è un piccolo villaggio di pescatori e si trova
sulla costa del sud Madagascar. Ci
sono alcuni resort che occupano metà litorale ed il resto è
territorio dei pescatori che vivono in un ambiente incontaminato.
Non ci sono strade, energia elettrica ed un centro residenziale,
solo casette in legno e piroghe rudimentali per la pesca in alto
mare. Quando si passa dal villaggio, bisogna stare molto attenti,
tutto finisce sulla spiaggia, resti di pescato, lattine arrugginite,
cocci di vetro ed i bisogni fisiologici che grandi e piccini
lasciano a pochi metri dal mare. Non certo un bella visione ma è il
loro modo di vivere, con bambini semi nudi e donne accovacciate
senza nessun problema, anche al cospetto dei pochi turisti. Il mare
è molto bello e pulito, acqua fredda e tutto quello che finisce in
mare, mi sconsigliano nel fare il bagno, lasciando lo spazio per
belle passeggiate e foto che catturano momenti spensierati e sorrisi
in generale.
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TULEAR
(38)-14/06/2015
scafo Tulear:
(39) 17/06 suv Antananarivo.:
In attesa del volo per Antananarivo, mi sposto con un
giorno di anticipo a Tulear ed ho così modo di vedere altri villaggi
di pescatori. Fortunatamente il rientro coincide con la bassa marea
e non ho il disagio dell'andata. Anche qui solito bel resort e per
l'ennesima volta sono l'unico ospite. Di prima mattina il mare è
ancora ritirato e donne e bambini cercano nel fango molluschi e
bisce. Prima di mezzogiorno i pescatori rientrano per l'inizio
dell'alta marea e lo scenario cambia totalmente con l'acqua che
arriva quasi a ridosso delle case in legno. Sono alla fine del
viaggio e devo dire che i timori iniziali hanno ben presto lasciato il
posto ad una situazione tranquilla ed affascinante, grazie anche al
supporto di Jo che mi ha stoppato in posti dove era
consigliabile tenere un atteggiamento prudente. L'altopiano è un
posto
veramente incredibile con paesaggi e persone uniche, mentre il sud
mi ha liberato completamente da ogni timore scaricando sulla
macchina fotografica tutte le sensazioni e le sofferenze dei malgasci. Ho avuto problemi solo con la profilassi anti malarica con
febbre e dolori intestinali, passati dopo aver interrotto in
anticipo l'assunzione della pillola giornaliera. Per il resto una
bellissima esperienza, che ricorderò per i parchi, i lemuri , i
paesaggi ma particolarmente per il contatto con la gente e per i
sorrisi catturati dalla mia nuova Canon. Con queste belle immagini
lascio il sud Madagascar con parecchie traversie per uno sciopero
dei piloti che mi fa perdere l'aereo per la capitale ed il
successivo volo su Mauritius. Rimango a Tulear due giorni poi decido
di rientrare ad Antananarivo in macchina, scelta obbligata ma
terribile, 17 ore e mille km sulla NR7, strada piena di buche e
curve. Prima o poi qualche intoppo doveva
capitare e son costretto a restare due giorni in più anche ad Antananarivo
per il protrarsi dello sciopero.
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