Marseille
marathon è una scelta dell'ultima ora, date le traversie con l'ambasciata
Americana per il visto di lavoro. Domenica 17 marzo ho saltato Los Angeles e il
15 aprile toccherà anche a Boston, poi dovrei uscire da questa incredibile
situazione. Aggiungendo New York del novembre scorso, porto a casa un bel tris
di mancate partecipazioni e iscrizioni svanite nel nulla. Per raggiungere la
Provenza opto per l'aereo da Malpensa ed in un'ora sono a destinazione. La
giornata e' pessima, vento e pioggia mi danno il benvenuto e spero solo che la
Domenica qualcosa cambi. L'expo e' situato lontano dal centro, nel parc des
exposition proprio a fianco del Velodrom, servito benissimo dalla metro. Il
ritiro pettorale e' veloce, vogliono una fotocopia della visita agonistica,
evidenziano scadenza e disciplina e poi mettono il timbro di validazione. In
Francia sul certificato medico non transigono, se non sei in regola non
partecipi. Marsiglia è il primo porto della Francia ed il suo sbocco sul mare la
rende multietnica. E’ una città che mostra i segni del tempo, i palazzi sono
parecchio degradati e non c’è una cultura della casa. Probabilmente non si hanno
nemmeno
i mezzi per cambiare la tendenza, mi è parsa triste, rassegnata, in balia del
momento difficile. Ho visto parecchie persone dormire sui marciapiedi, al riparo
di qualche balcone, sdraiate su gommapiuma e con qualche coperta per ripararsi
dalla pioggia e dal freddo. Non i soliti Homeless ma intere famiglie, con
bambini piccoli, tra l’indifferenza della gente e delle istituzioni. La Domenica
mattina vede l’intensificarsi della pioggia, la partenza della maratona è
prevista per le 8,00 ed avendo l'albergo a soli 300 metri, esco ben coperto alle
7,45. Sono come sempre tranquillo, penso solo alla pessima condizione atletica
ed al percorso che non promette niente di buono. Marsiglia si estende sulla
collina che circonda il porto vecchio e qualsiasi strada fai, o sali o scendi.
Oltre alla maratona è in programma anche la mezza, con partenza unica, in
fantomatiche griglie che nessuno rispetta. E’ un bel serpentone quello che
sveglia la città e dopo un avvio al rallentatore, ecco al 3° km la prima
sorpresa, una pozza enorme ferma il gruppo e tutti in fila indiana si cerca di
guadare lo spazio d'acqua e non finire con i piedi in ammollo. Purtroppo non
sarà l'ultima, certe zone si prestano a diventare laghi e forse una scelta
diversa poteva essere fatta, evitando le disastrate strade verso il porto nuovo.
Seconda sorpresa legata ai pettorali che a contatto con l'acqua si son
sbriciolati. In molti lo han lasciato sul percorso e mi piacerebbe sapere come
questi atleti son stati classificati. Io gia' al
decimo,
dopo vari tentativi di riattaccarlo, ho preso la saggia decisione di riporlo nel
taschino dello smanicato e mostrarlo solo in prossimità dell'arrivo. Ed eccoci
alla terza sorpresa che va a braccetto con il pettorale. Su tutto il percorso
non sono stati previsti tappeti per rilievo passaggi (quindi avere o no il
pettorale non era un problema) e ho visto pseudo atleti fare tagli clamorosi,
approfittando dei numerosi giri di boa e della mancanza di controlli. Peccati di
gioventù per questa maratona che è ancora alla ricerca di una precisa identità e
che comunque ha voglia di emergere. Il cattivo tempo non è stato certo di aiuto
ed il nuovo percorso non ha entusiasmato. Pessimi i km iniziali e sopratutto gli
otto finali tra le storture del porto nuovo e poi i continui andirivieni per
trovare km pianeggianti. Inevitabile qualche salitella che comunque ha avuto il
suo fascino come la parte prima di rientrare in città, un promontorio bellissimo
con vista spettacolare. Vittoria al Keniano Martin Kiprugut Kosgei in 2h19.22
penalizzato da uno stop di un minuto per una mega pozzanghera ed al femminile
alla Francese Elaine Coburn in 3h02.39. Ennesima mia prestazione sottotono,
imposto il ritmo iniziale a 5'30'' al km e lo mantengo fino al 25° poi
inesorabile il tracollo e finale di 4h14.39, con tanta sofferenza, tanta acqua e
tanta felicità all’arrivo. Questo time mi da la 720 posizione assoluta,
certificata dal sito organizzazione e dalla classifica pubblicata sul quotidiano
locale la Provence. Dopo 5 giorni, magicamente il sito pubblica una versione
ufficiale che mi sposta alla 774 posizione in 4h16.04. Ennesima conferma dello
stato confusionale di un cronometraggio fragile come i pettorali.
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