Reykjavik,
principale citta' dell'Islanda, è la capitale di stato più a nord del mondo. La
vicinanza al circolo polare artico fa si che in Giugno e parte di Luglio non ci
sia la notte. In inverno le ore di chiaro sono poche e molto raramente le
temperature scendono al di sotto dei -15 °. Questo avviene perché il clima
costiero islandese e' mitigato dalle calde acque della Corrente del Golfo. La
città, che conta circa 120.000 abitanti, è caratterizzata dalla presenza di
tante piccole case colorate, rivestite in lamiera. Non esistono costruzioni
antiche, gli insediamenti iniziarono sul finire del 1700 quando la popolazione
raggiunse le 200 unità. Il 18 Agosto ricorre l'anniversario della
fondazione (1786) ed è festa grande con eventi e mostre durante il giorno mentre
di sera spazio a concerti rock e fuochi d'artificio. La mattinata si apre in
strada con la maratona, la mezza, i 10 km e la 3 km per famiglie, il tutto per
raccogliere oltre 12.000 partecipanti e 1300 stranieri. Sulla 42 km non si
arriva a 700 iscritti, la temperatura è intorno ai 16 gradi e alle 8,40 partenza
unica per attraversare subito il laghetto Tjornin ed affacciarsi dopo un km
sulle sponde dell’oceano. I primi 15 km sono un bel piattone con vista
sull’Atlantico, poche curve, ideale per mantenere un’andatura regolare. Dal 16°
al 30° si entra in un area collinare attraversata da un torrente ricco di
Salmoni e che è caratterizzata da 60 tipi di uccelli. La ciclabile, ritrovo di
molti runners, segue la morfologia della zona e quindi ci sono delle variazioni
di pendenza che incidono sulla tonicità muscolare. Dal 30° km si passa
dall’Aeroporto e si ritorna sull’Oceano, sempre seguendo la ciclabile che porta
all’estremità della costa, dove svetta il faro più alto d’Islanda. Questa area
paludosa è protetta per la presenza di molte specie animali e cambia totalmente
quella che era la visuale di corsa. Il sole lascia il posto ad una fitta nebbia
ed è da cartolina lo sfondo di Reykjavik visibile solo nella parte alta. Il
passaggio al vecchio porto segna l’ultimo km e quando si incrocia il lungo viale
d’arrivo, la folla, fino a quel punto inesistente, accoglie i maratoneti con un
caloroso applauso, che continua fino al punto d’arrivo. L’organizzazione è stata
nella norma, cartelli kilometrici e ristori da migliorare ma la continua corsa a
fianco dell’Oceano cancella qualsiasi inefficienza. La mia gara è stata regolare
fino al 30° dove ho mantenuto i 5’ al km, poi progressivamente ho subito un calo
per concludere al 185° posto in 3h43’27’’, terzo Italiano. Contentissimo per non
essermi mai fermato, per essere ritornato su tempi accettabili e per aver messo
basi concrete per un futuro miglioramento.
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