New
york quest'anno la aspettavo con particolare apprensione e solo il
pensiero di correre la maratona, per il terzo anno consecutivo, mi
dava una forte emozione. Oltre a questo, l'avrei vista con occhio
diverso, non da turista ma da chi, a breve, sarebbe diventato parte
integrante, dovendo viverci per lavoro. Siamo arrivati nella grande
mela Giovedì 01 Novembre, ( Io, Simo, Oriele e Rasmon ) finalmente
felici per aver messo fine ai tanti dubbi della vigilia. Si partirà
o no, la maratona si farà o no, troveremo una situazione
catastrofica o no. Tutto superato, con qualche disagio nei trasporti
dall’aeroporto al centro ma niente più. Arriviamo in albergo e nella
nostra zona la metro funziona ( entrata gratis ), con diversi
rallentamenti, ma si arriva a destinazione. Subito notiamo caos ai
distributori di benzina, lunghissime file, scorte esaurite e
automobilisti che sostano anche mezza giornata in attesa della
cisterna che porti il carburante. Venerdì mattina ci dirigiamo
all’expo per ritirare il pettorale, passiamo da Time Square ed a
piedi, raggiungiamo il Javit Center, dopo circa 2 km. Lunghissima
fila, organizzazione impeccabile, in meno di 30 minuti abbiamo tra
le mani il pettorale e le nuove indicazioni sui trasporti . Per
arrivare alla partenza in Staten Island, abbiamo scelto il
traghetto, che però è stato annullato e quindi ci indirizzano in
altro luogo, dove alle 4,30 di Domenica, il bus dell’organizzazione
provvederà a trasportarci sull’Isola. Rientriamo in albergo e
decidiamo di fare un allenamento in direzione Central Park e quando
arriviamo troviamo tutto chiuso e presidiato. Sbirciamo da lontano
ed intravediamo lo striscione d’arrivo, tutto il finale transennato
e addetti intenti a preparare tribune e cartelloni pubblicitari.
Rientriamo in albergo soddisfatti per l’uscita e convinti che tutto
si svolgerà per il meglio. Quello che abbiam visto in 24 ore è una
città ferita, pronta a riprendere la vita di tutti i giorni, pur con
il peso ed il dolore per le persone scomparse ed in forte disagio.
Mentre siamo in camera e ci apprestiamo ad uscire per cena, arriva
la notizia dell’annullamento della Maratona. Un colpo durissimo,
imprevisto, che ci lascia senza parole. Cerchiamo di capire e
scopriamo che è in atto una forte polemica dei media, sull’impiego
di mezzi e forze per il regolare svolgimento, quando c’è gente che
ancora soffre ed ha parecchi disagi. Sui social network scoppia la
rivolta, tutti contro la maratona, che si trasforma in fatto
politico. Abbiamo solo la forza di pensare ai risvolti umani, alle
vittime, ai volontari. Non concediamo alibi a chi ha dichiarato che
la maratona si doveva fare a tutti i costi. Il sindaco e
l’organizzazione si son presi gioco delle persone, di chi ha
attraversato l’Oceano per esserci, per fare sentire la presenza in
un momento così delicato. L’avessero annullata subito dopo l’uragano
Sandy, non avremmo assolutamente obiettato, saremmo stati dalla loro
parte, come lo siamo ora per la gente. Questa convinzione ci è
venuta ancora di più Sabato, quando siamo andati nelle zone più
colpite, specialmente in Wall Street e dintorni. Generatori di
corrente ovunque, devastazioni, allagamenti ed una forte presenza di
volontari intenti a ripulire.
L’organizzazione
è arrivata ad illuderci fino a consegnarci i pettorali e adesso
siamo convinti che l’abbiano fatto per tenere vivo l’expo, con i
mega interessi delle aziende presenti. Ora se la caveranno con la
promessa di tenerci buona l’iscrizione per il prossimo anno, con la
sola condizione che la quota rivenga pagata ( 280 o 400 euro ). Se
questi soldi andranno interamente alle persone colpite, potremmo
anche cambiare idea e dare un senso alla New York Marathon 2012,
altrimenti sarebbe una ladreria, degna dei nostri peggiori politici.
Peccato veramente perche' la Domenica si e' presentata con una
mattinata stupenda, clima perfetto ed un cielo limpido da fare
invidia alle meravigliose giornate serene di montagna.
Contrariamente a quanti si son trovati in Central Park, io, Simo e
Oriele ci siam buttati sulle sponde del fiume River, scendendo dal
Queens fino a Brooklin e toccando l'imbarco per Staten Island, per
poi risalire costeggiando il fiume Hudson, fino a Central Park.
Un'uscita bellissima di 30 km che ci ha dato la possibilità di
stemperare la tensione e di unire New York in un vero momento di
sport sano e spontaneo.
----------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------------