A
Copenaghen avevo passato 3 giorni nel tour scandinavo estivo 2011. Subito mi era
balenata l'idea di ritornarci per la Maratona ed ecco arrivato il momento. Dopo
diverse esperienze in compagnia di amici fò di pe e non, si ritorna alle origini
ed affronto da solo questa avventura. Parto di buon mattino, il sabato e nemmeno
il tempo di chiudere gli occhi che l'aereo EasyJet si posa sulla pista di
Kastrup, a pochi km dalla città. Mi si presenta una situazione freddina, cielo
coperto, temperatura intorno ai 10 gradi, l'ideale per correre una maratona.
Raggiungo velocemente il centro con la metro e mi avvio all'expo, cartina in
mano. Ci vuole quasi un oretta, è nella zona dello stadio e voglio fare due
passi. C'è parecchio movimento, i bambini hanno la loro mini corsa ed i genitori
assistono incitando entusiasti. All'interno della spaziosa struttura ci son
diverse proposte, purtroppo solo da guardare. In Danimarca i prezzi per la zona
euro sono alti e non e' il posto per trovare le occasioni. Consegna pettorale
veloce, pacco gara con la solita maglietta, una borraccia e qualche depliant.
Per ritornare in centro opto per il bus (14 o 1A) mentre il sole fa la sua
comparsa; la sera ci lascera' verso le 22 e sorgera' prima delle 5,
preannunciando una splendida giornata. L'albergo centrale dove
alloggio e' a
meno di 1 km dalla zona partenza/arrivo, e in modo
rilassato, lo lascio alle
8,45 di Domenica mattina. Islands Brygge è la zona logistica della
maratona,
affacciata sullo specchio d'acqua in prossimità di
Christiania, quartiere parzialmente autogovernato,
simbolo negli anni settanta delle comunità giovanili.
Gli spazi sono abbastanza ristretti, i partecipanti oltre 12.000 e si fa fatica
a orientarsi, ma non dovendo consegnare la sacca, mi metto in griglia ed aspetto
lo start. Si parte alle 9,30 ed un pubblico numeroso saluta il serpentone.
Facciamo la zona del centro e ci si dirige verso lo stadio tra due ali di folla.
Non mi aspettavo una partecipazione di pubblico cosi' numerosa cosi' come la
parte folcloristica, con musica, orchestrine ed attrazioni varie. Il percorso e'
ben presidiato e abbastanza veloce nella parte iniziale per poi trasformarsi in
un labirinto di curve, di tratti sconnessi e presenza di pietroni delle viuzze
del centro. Il sole picchia per tutta la gara e la temperatura sale a 20 gradi
lasciando nelle gambe di molti il segno dei crampi. Parto bene e passo ai
diecimila in 52' e alla mezza in 1h52' e di conseguenza
tento di arrivare al 30°
senza fermarmi. Raggiungo l'obiettivo in 2h49 e con l'unico grano di sale che mi
e' rimasto, decido di non insistere sentendomi anche
abbastanza stanco. Sul
finale il percorso si fa tortuoso con tanti tagli sui marciapiedi ed il fondo
sconnesso. I miei 2 allenamenti
lunghi si son fermati a 26 km e
non mi posso permettere di arrivare stremato e con i crampi. Chi mi riporta a
casa poi? Non ho i fidi scudieri di Boston e l'aereo mi aspetta di li a poche
ore. Oltre al centro si toccano alcune ciclabili tra cui quella che
fiancheggia la famosa statua della Sirenetta, appoggiata sullo scoglio, con lo
sguardo rivolto verso il mare. Nel frattempo la gara ha già i vincitori, in
campo maschile l'atleta di casa Martin Parkhoi in 2h24'49'' ed in campo
femminile l' Irlandese Barbra Sanchez in 2h41'17''. Tra corsetta, camminata e
fotografie, raggiungo Islands Brygge senza più guardare l'orologio ed ho un
sussulto solo nel finale quando la folla crea un corridoio umano e accompagna,
con l'incitamento assordante, tutti gli atleti verso il traguardo. Concludo in
4h35'04'', soddisfatto per aver corso fino al 30°, per aver avuto buone
sensazioni alla mezza e per aver vissuto una bella giornata, con tanta gente
appassionata ad applaudire i concorrenti. Una bella maratona, con qualche pecca
nel percorso ma che per entusiasmo, fascino ed organizzazione, si posiziona a
ridosso delle top in Europa.
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