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MARATONA MARRAKECH 2011
classifica  -  foto forvezeta  - foto max  - passaggi

Arrivati a Marrakesh troviamo la sorpresa di un clima fresco, 8-15 gradi, le montagne sono innevate, l'aria è pesantissima per lo smog. La notte un acquazzone porta incertezza sulla gara, fortunatamente alla partenza il cielo si apre e lascia intravedere qualche raggio di sole. Oltre seimila i partenti con un terzo impegnato nella maratona e due terzi nella mezza. Il via indirizza il gruppone nei grandi ed immensi vialoni che portano nella parte nuova di Marrakech fino ad entrare al 5° km nei giardini dell'Agdal, con i filari di ulivo a far da contorno. All'uscita altra serie di immensi vialoni con passaggio all'esterno della Medina ed i suoi 7 km di muri di cinta per poi rituffarsi in quella che è la parte più suggestiva del percorso. Una strada stretta in mezzo a palmeti con Cammelli a far da spettatori ed in sequenza gruppi di ragazzini in ciabatte pronti a ravvivare la corsa con incitamenti e battute. Si nota anche la parte più disagiata con baraccopoli e quartieri popolari dove l'unica risorsa è un campo piatto con due porte e 40 ragazzini a piedi scalzi che rincorrono una palla. Il chilometraggio è ogni 5 km ed i riferimenti imprecisi, i ristori gestiti bene e il presidio sul percorso garantito dall'esercito, dai volontari e dai vigili. Un grande plauso a questi ultimi che son riusciti a tenere a bada una massa di automobilisti che da quanto ho visto, sono tra i più indisciplinati al mondo. Gli ultimi km sono in leggera salita e rendono nervosa una maratona che fino a quel momento risultava veloce. La mia maratona rispecchia quella che è la forma fisica del momento anche se l'obiettivo era di stare sotto al tempo finale di 3.38.04 mentre Quattroprimi si ferma a 3.30.50 e Sei Secondi, nella mezza, a 1.42.41. La gara viene vinta da Beyene Gezahn con il tempo di 2h10’22” e Wudnesh Nega Debele in 2h37’00”. In definitiva una buona maratona con alcuni passaggi emozionanti ed altri insignificanti, per un avventura che merita di essere vissuta per la città e tutti gli angoli incredibili che rendono questi giorni accattivanti, al di là della corsa. Sono della compagnia anche mio figlio Marco e la moglie di Quattroprimi, Gisella. Marrakech è una delle città più affascinanti del Marocco e si trova nella parte centrale, fondata nel 1070 è stata capitale fino alla definitiva consacrazione di Rabat. E' certamente la meta turistica per eccellenza e la definizione " magica " ben si addice per la storia e la cultura che l'accompagna. Come ci arrivi senti un'atmosfera particolare e resti abbagliato dalla piazza Djemaa El-Fna, palcoscenico di spettacoli, canzoni popolari, incantatori di serpenti e venditori di frutta e spezie. Per gli amanti della fotografia è una passerella continua con soggetti variopinti e scenografie in evoluzione, dove ad ogni scatto è richiesto un contributo variabile (da 1 a 5 euro). La contrattazione ed il baratto sono una forma di scambio normale e metterla in atto è essenziale per contrastare le richieste iniziali, sempre spropositate. La grande piazza si anima dalle prime ore della giornata e la sera raggiunge il culmine con tutte le proposte possibili, frutto di una trasformazione. In contemporanea, arrivano prima del tramonto piccoli carretti che, aperti, diventano veri e propri ristoranti ambulanti: spuntano panche e tavoli, griglie, legna ed attrezzi da cucina. Tutto è pronto per una sorta di cena collettiva, avvolta nei fumi dei bracieri e negli odori di pesce, carne, verdure, zuppe e spezie, pane arabo e bevande rigorosamente analcoliche, per una spesa variabile da 6 a 8 euro. Per terminare con un ottimo digestivo,da non perdere il the con grandi foglie di menta al costo di 5 dirham ( 0,50 euro ). Sullo sfondo si erge la Kutubiya, moschea con l'alto minareto, tra i più antichi al mondo. Siamo nel cuore della Medina, circondata dalle imponenti mura che racchiudono anche il Souk, mercato coperto nella parte antica risalente al 1200, dove si può trovare l'immaginabile, dalle pelli alle chincaglierie, dai tappeti al vestiario, tutto in angoli angusti, viuzze strette e caos indescrivibile. Affascinante il palazzo dei Badi, fine 1500, che conserva le grandi mura, i resti delle camere reali e le prigioni, oscure e con celle piccole, dove erano rinchiusi fino a 6 detenuti. A fianco, la Kasbah, altro mercato all'aperto, dove i venditori stendono la merce ai bordi delle stradine strette e pesano ortaggi e frutta con bilance centenarie e pesi di riferimento. I giardini pubblici sono ben curati, da vedere il Majorelle, con piante di cactus, noci di cocco, banani, bambù, gelsomini e palme. I trasporti nelle caotiche vie del centro sono affidate ai taxi color sabbia, da contrattare fino a raggiungere una cifra intorno ai 4 euro, vista la concorrenza sfrenata. Il traffico e l'inquinamento sono la nota dolente di Marrakech, nelle grandi vie trovi i carri trainati da asinelli che trasportano merce, i calessi trainati da cavalli con turisti, mille e mille motorini e per finire le macchine che sfrecciano e si aggrappano sempre al clacson e mai al freno per rallentare. Attraversare la strada è una roulette russa, rischi veramente la pelle, persino sulle strisce pedonali, ed anche nelle vie della Medina e nella piazza El-Fna è raccomandabile non cambiare direzione, perchè i motorini che sfrecciano ti fanno il pelo e come nelle grandi vie, "non hanno freni". Un diversivo sono le varie escursioni e tra le molteplici offerte abbiamo scelto quella che ci ha portato fino a Ouarzazate, attraverso i tornanti infiniti che portano al passo Tizi-n-Tichka, altezza 2260 metri. Le strade ghiacciate e la neve abbondante rendono spettacolare l'attraversata che porta una mutazione alle porte del deserto del Sahara dove ci accoglie un sole caldo ed un angolo, patrimonio dell'Unesco. Ait Ben Haddou è la Kasbah più famosa del Marocco ed è stata teatro di film famosi quali Lawrence d'Arabia, Sodoma e Gomorra, the nel sahara, indiana Jones 3 e molti altri. Il più famoso in assoluto è stato Il Gladiatore, con lo stadio della battaglia dell'Imperatore Massimo, costruito interamente in polistirolo e che ha visto all'opera un gruppo di operai per 6 mesi. La fortezza, caratteristica dell'architettura berbera è costruita in pisé (impasto di terra cruda e paglia). La metà inferiore delle mura difensive è di terra, mentre la parte superiore è in mattoni e presenta caratteristiche decorazioni di fango. La pioggia costituisce una vera minaccia, perché nei periodi di grandi precipitazioni le 7 famiglie che ancora vivono all'interno della Kasbah, restano totalmente isolate. Per ovviare a questo problema è in costruzione un ponte che allevierà la sofferenza dei residenti e non obbligherà i turisti a guadare il fiume su sacchi di sabbia.

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