Affronto
da solo questa trasferta in terra Olandese e mi concedo una vacanza di 4 giorni
per visitare la città. La maratona di Amsterdam muove oltre 35.000 atleti con
quasi 4.000 stranieri tra cui 1.000 Italiani. Il fascino dei canali e le vie
lastricate del centro, portano i grossi numeri, ma il percorso si snoda
prevalentemente nella zona dello stadio Olimpico e lungo la ciclabile che
costeggia il fiume Amstel. Il centro cittadino non viene nemmeno sfiorato e
forse è un bene perchè le vie sono tutte contrassegnate dai binari del tram ed
il fondo non è dei migliori. Quindi lontano dalla ressa del centro, intasato in
ogni angolo ma buona partecipazione di pubblico con la suggestiva partenza e
sopratutto l'arrivo nello stadio Olimpico, con tante presenze sulle tribune. La
mattina ci riserva un cielo limpido ed un sole che in poche ore porta la
temperatura a livelli accettabili, dopo il freddo pungente dell'alba (3 gradi).
I servizi pubblici collegano ottimamente l'Olimpico e una volta arrivati, non ci
sono grandi difficoltà a consegnare i cambi negli appositi spazi.
L'organizzazione non fornisce le sacche e quindi molti utilizzano sacchetti di
plastica o borse personali. Si parte sulla pista dalla parte della tribuna
coperta e l'entrata nei settori non è ben regolata, dichiari a voce il settore
ed entri, sul pettorale non esiste identificazione della zona. Start puntuale
alle 9,30 e deflusso dallo stadio con inevitabili rallentamenti, si entra dopo 2
km nel Vondelpark e al 4° ecco il primo canale che si costeggia brevemente per
poi iniziare la parte forse meno opportuna con andirivieni e curve a gomito. La
mia andatura è buona, tengo il 4'40'' al km e non fatico più di tanto a restare
agganciato al gruppetto che dall'inizio si è formato. Il percorso è piatto e
continua per i 14 km che si sviluppano a fianco dell'Amstel. Si ammirano i
mulini a vento, un angolo di natura rigogliosa e battelli che navigano con
musica e orchestra. Dal 30°si rientra nelle vie residenziali, con altri canali
sulla parte destra e dal 35° la gara diventa nervosa; diversi saliscendi, tratti
in leggera salita ed un sottopasso lasciano qualche segno nelle gambe affaticate
e cominciano le prime fitte ai polpacci. Si rientra nel parco attraversato
all'inizio e i crampi mi portano a rallentare e abbandonare l'idea di stare
sotto le 3h20'. All'uscita della verdeggiante area siamo dopo il 40° e due ali
di folla ci accompagna fino all'interno dell'Olimpico dove un numeroso pubblico
applaude i concorrenti negli ultimi 200 metri di pista. Vedo l'arrivo ed allungo
per terminare a braccia alzate ed estremamente soddisfatto in 3h23'02''. Dominio
Africano con vittoria di Wilson Chebet in 2h 05' 53'' e Tiki Gelana al record
della corsa in 2h 22' 08''. Una bella maratona che si posiziona al pari delle
altre capitali Europee, fatta eccezione di Berlino, che per il momento resta
irraggiungibile. La città di Amsterdam ha il centro in piazza Dam, una distesa
di ciottoli invasa da piccioni dove non ci si annoia mai: artisti di strada,
fiere, giostre intrattengono i turisti. L'attrazione principale, che da sola
vale una vacanza, è il Museo che Amsterdam ha dedicato a Van Gogh: inaugurato
nel 1973, contiene una vasta collezione delle opere dell’artista. Con l'audio
guida in Italiano, ci si sente coinvolti nelle opere e nella vita dell'artista e
di fronte ai suoi capolavori non si può che restare a bocca aperta. D a non
perdere purela casa dove Anna Frank e la sua famiglia, insieme ad un’altra
famiglia ebrea, si rifugiarono, dal 1942 al 1944, prima di essere scoperti dai
nazisti e deportati in diversi campi di concentramento. Attraverso un passaggio
segreto, nascosto da una libreria, si accede alle due stanze dove Anna scrisse
il suo diario. Dal 1960 l’edificio è stato adibito a Museo che, attraverso
filmati, fotografie, documenti storici ed oggetti personali, testimonia non solo
gli avvenimenti della casa ma anche le vicende dell’Olanda di quei anni.
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