La
vigilia della maratona, Helsinki si presenta con un clima estivo, il sole la
scalda e si superano i 25 gradi. Sono temperature non comuni e l’influsso della
vicina Russia, con il caldo record, ha condizionato questa estate che non
raggiungeva periodi così prolungati di bel tempo da oltre 100 anni. Nella notte
la situazione cambia e sulla capitale transita un bel temporale che porta uno
spiraglio di fresco, il tutto fino al primo pomeriggio. Sabato ore 15, per
tradizione è l’orario dello start e in compagnia di Ilaria, che ritrovo a casa
della Sorella, raggiungo lo stadio Olimpico, sede di partenza ed arrivo.
Purtroppo, come lo scorso anno, si arriverà ancora all’esterno e non ci sarà
l’emozione di calpestare la pista che consacrò Emil Zatopek, trionfatore dei
5.000, 10.000 e maratona nei giochi del 1952. I preparativi sono abbastanza
semplici, non esiste uno spazio per la custodia delle borse, si lasciano
incustodite negli anfratti della palestra, mentre si possono consegnare oggetti
di valore, sotto stretta sorveglianza. La disposizione delle griglie è libera e
si crea qualche assembramento di troppo causato dall’ingresso dalla parte
anteriore. Il cielo è coperto ed è cresciuta l’umidità insieme alla
temperatura,i concorrenti sono quasi 6.000 con circa 800 stranieri e gli
Italiani che non raggiungono le 50 presenze. Un cinque a Ilaria e via per i
primi km scorrevoli con passaggio breve in città con la folla esultante e
chiassosa ai lati della strada. Prime avvisaglie del percorso nervoso. con
variazioni di pendenza e afa che consigliano di bere in continuazione ai
ristori, organizzati ogni 3 km. La scelta è obbligata, o Gatorade o acqua e
nient’altro, se non dopo il trentesimo dove compaiono Banane e Cetrioli. Dopo
l’ottavo km iniziano una serie di ponti che ci portano sulle varie isolette
della Baia attraverso passaggi sulle ciclabili sterrate e asfaltate per poi
rituffarci sulla statale in direzione centro di Helsinki e la spettacolare
Esplanad. Qui la presenza del pubblico è emozionante e l’incitamento per tutti
non viene mai a mancare. Siamo oltre la mezza maratona, la fatica inizia a farsi
sentire, i continui saliscendi diventano sempre meno corribili e la respirazione
risente del caldo e dell'umidità che le cronache locali identificano intorno al
80%. Dietrofront e ritorno a doppio senso fino al trentaduesimo per poi seguire
una nuova direzione ed altra isoletta fino a sei km dalla fine. Il percorso non
molla mai e mette in crisi parecchi concorrenti in preda a crampi. Il finale
ripercorre in parte il tratto iniziale con un’ultima salita a poche centinaia di
metri dall’arrivo. Ilaria coglie una brillante 115^ posizione assoluta con il
tempo di 3h14’28’’ mentre a me resta la soddisfazione di concludere in 4h16’30’’
una Maratona dura, calda e non preparata. In conclusione, note positive per il
panorama e la partecipazione del pubblico, meno per i ristori e certi passaggi
obbligati sui marciapiedi, con le macchine a pochi metri. La Helsinki Marathon
non diventerà mai una grande attrazione internazionale ma merita di essere
vissuta per la sua semplicità e la bellezza della città. |