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CAMBOGIA
 

Altra tappa Asiatica, questa volta in solitario, in un paese profondamente segnato dalle cruente repressioni del dittatore Pol Pot. La Cambogia lentamente sta riemergendo, il turismo è in crescita, la situazione politica stabile e la popolazione intravede un piccolo raggio di luce nel buio più assoluto. Ricostruire tutti i servizi e le infrastrutture richiede tempo e denaro, manca una rete di trasporti, le strade sono per lo più non asfaltate o ridotte in pessime condizioni e la forza lavoro è impiegata particolarmente nel settore agricolo e nei tanti mercatini. Rispetto a Vietnam e Laos, la situazione è più drammatica, la gente soffre, non ha di che vivere, l'economia è debole, esiste una moneta, il Riel, ma non viene usata, tutto si muove con il Dollaro Americano. Il contatto con i Cambogiani è ottimo, sono cordiali e sorridenti, mai avuto problemi anche rientrando a notte tarda e si vede che hanno voglia di cambiare, sono curiosi, chiedono come si vive in Italia, il clima, le abitudini. Come in Vietnam e Laos, vivi il viaggio immergendoti nelle varie realtà, alcune affascinanti per i luoghi, dove spicca Angkor, ed altre drammatiche per gli eventi che han segnato questi paesi. Ora è bello vederli sorridere e vivere le città, i parchi e la strada, magari ancora in condizioni al limite della sopravvivenza, ma liberi.

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PHNOM PENH

        GALLERY 1           GALLERY 2

La capitale si presenta con il Mekong ed il lungo fiume, i bellissimi templi, i locali tipici e l'incessante richiesta di qualche spicciolo, da parte dei numerosi bambini. Le maggiori attrazioni turistiche di Phnom Penh sono il Palazzo Reale, la Pagoda d'Argento, il Museo Nazionale, i monumenti della Indipendenza e dell'amicizia fra Cambogia e Vietnam ed il Wat Phnom, imponente tempio sulla collina. Da non mancare la visita ai vari mercati, particolarmente il mercato centrale, dove arrivano ambulanti di periferia e caricano i camion allo inverosimile. Chi decide di fermarsi a Phnom Penh, non può esimersi dal visitare i luoghi simbolo dove si è perpetrata la follia dei Khmer Rossi, una storia drammatica che ha avuto esiti sconvolgenti. Questa tragedia si è consumata dal 1975 al 1979 e oltre 3 milioni di cambogiani, su una popolazione di 8 milioni, sono stati uccisi dai loro stessi connazionali. Bambini, donne, intellettuali, studiosi, chi parlava due lingue o semplicemente portava gli occhiali meritavano la morte. Il tutto orchestrato da Pol Pot, primo ministro di allora, che voleva stabilire l’ideale ed utopica società agraria comunista. Iniziò in Cambogia l’ "Anno zero", come gli stessi Khmer rossi lo battezzarono. Il primo passo di Pol Pot fu di svuotare la capitale Phnom-Penh, imponendo ai 2 milioni d’abitanti di andare a lavorare nelle campagne presso campi di lavoro dove venivano miseramente ridotti in schiavitù; le popolazioni delle città furono deportate nelle campagne, migliaia e migliaia di professionisti furono massacrati, per Pol Pot ogni intellettuale era un nemico, furono distrutti tutti i simboli della civiltà occidentale: automobili, attrezzature mediche, macchinari, qualsiasi elettrodomestico, vennero bruciati tutti i libri, demolite case, abolite le scuole. Fu dichiarata fuorilegge la proprietà privata, abolita la moneta. Non esistevano più servizi postali, negozi, attività sportive. Tutti, furono costretti a vestirsi con una casacca nera a maniche lunghe, abbottonata fino al collo, manifestazioni d’affetto, abbracci, liti, lamentele di qualsiasi tipo o piangere venne vietato. La Cambogia divenne un immenso campo di lavori forzati, chi non era considerato abbastanza puro per fare parte della società doveva essere ucciso e per questo sono stati costruiti campi di sterminio in tutto il Paese. Ho visitato Tuol Sleng, scuola lager in città e Choeung Ek, campo di sterminio in periferia ed è stata un'esperienza toccante, dura da comprendere, per la crudeltà ed i mezzi utilizzati. Il Tuol Sleng, ora Genocide Museum, è la testimonianza del cosiddetto genocidio cambogiano. Un tempo l'edificio era sede di una Scuola Superiore, trasformata nel 1975 in una prigione e in un centro per interrogatori. In 4 anni furono imprigionate circa 17.000 persone, tutti venivano fotografati e catalogati e quindi rinchiusi nelle varie celle. Quelli assegnati alle celle più piccole venivano incatenati alle pareti, quelli assegnati alle grandi celle collettive venivano incatenati assieme a lunghe sbarre di ferro. I prigionieri erano costretti a dormire sul pavimento restando legati e per obbligarli a confessare qualunque crimine fosse stato loro imputato, veniva utilizzato il metodo della tortura. Erano largamente impiegati l'elettroshock, vari strumenti metallici incandescenti e il metodo di tenere appesi per lungo tempo o immersi nell'acqua. Dopo l'interrogatorio, il prigioniero e la sua famiglia venivano condotti al campo di sterminio di Choeung Ek e immediatamente uccisi con sbarre di ferro, picconi, machete e molte altre armi improprie. Alle vittime raramente veniva sparato, in quanto le pallottole erano giudicate troppo preziose per essere utilizzate a tal fine. Alcune stanze del museo sono oggi tappezzate con le foto in bianco e nero di molti internati, altre conservano sbarre di ferro e strumenti di tortura. Molto più toccante la visita a Choeung Ek, il più noto dei luoghi noti come "Campi della Morte", o "Killing Fields", in cui il regime dei Khmer Rossi giustiziò migliaia di persone. Non è rimasto molto se non migliaia di teschi tutti dentro la stupa memoriale, qualche vestito e tanti racconti, tra cui un audio guida, anche in Italiano, che spiega dettagliatamente tutti i passaggi e i momenti cruenti. L'attesa per la morte non era lunga, massimo un giorno e i metodi erano violenti e sofferenti. Non si sparava perché i proiettili erano troppo cari ma si bruciava vivi, o il cranio veniva fracassato con bastoni, zappe o qualsiasi utensile e poi tutti uno dopo l’altro venivano gettati in fosse comuni. Terribile la visione del “killing tree” ovvero l’albero della morte, dove bambini e neonati venivano uccisi, presi per i piedi e sbattuti violentemente contro il grosso tronco.

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SIHAN0UKVILLE

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Cinque ore di bus per spostarsi da Phnom Penh a Sihanoukville, tanto basta per rendersi conto che il sistema di trasporto è molto deficitario, strade pessime, mezzi disastrati e gente stipata persino nella corsia centrale. Sihanoukville località balneare più rinomata di tutta la Cambogia, nonché il suo unico porto marittimo. si affaccia sulle chiare acque del Golfo del Siam ed è una città moderna, circondata da bianchi litorali sabbiosi. Per qualche giorno di assoluto relax, ho scelto la spiaggia di Otres Beach, distante una decina di km dal centro e riconosciuta come la piu' bella del litorale. Posto isolato, è caratterizzata dai bungalows in paglia, da lunghe spiagge, mare pulito e caldissimo, pochi resort, niente vita notturna se non qualche locale con musica dal vivo. Di giorno km a piedi nudi sulla battigia, con soste ad osservare pescatori e donne impegnate nelle varie attività e la sera cena stra economica a base di pesce, direttamente sulla spiaggia.

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BATTAMBANG

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Terrificante spostamento in bus da Sihanoukwille, sud Cambogia, alla nordista Battambang, centro di una zona agricola molto fertile, dove abbondano coltivazioni di riso e frutta esotica, particolarmente Mango. Previste 10 ore, impiegate 16, su una catapecchia che doveva fare sosta obbligata ogni mezz'ora, causa problemi al sistema di raffreddamento motore. Tappa intermedia per raggiungere Siem Reap e le meraviglie di Angkor e solo un giorno per visitare il meglio della zona. Mi affido a Chea, simpatico driver del Tuk Tuk, che mi scorazza per tutta la giornata tra stradine impervie e polverose, toccando villaggi poverissimi ed allo stesso tempo emblematici di una situazione mutata rispetto al sud. Dopo la foto di rito alla statua di Dambang Krenhung, guerriero da cui deriva il nome della città, sosta all'attrazione principale, il Bamboo Train. Originariamente nato per uso dei locali, questo treno in bamboo, su binario unico, è diventato un simbolo di Battambang ed i turisti non perdono occasione per farci un viaggetto. Si tratta di una singola chiatta, spinta da piccolo motore, che ti fa sobbalzare ogni qualvolta trovi binari disallineati ( parecchi ) e che diventa spettacolare quando in direzione opposta arriva un altro vagoncino. Entrambi si fermano e i due ragazzi che li guidano, scendono e smontano letteralmente uno dei bamboo train e lo rimontano dopo aver lasciato passare l'altro. Scena incredibile! Quindi in successione visita ad una Winery con degustazione di rossi locali, al Banana Temple con gradinata verticale e panorama suggestivo e per finire, l'area del Phnom Sampeou, Killing Cave e Bat Cave. Phnom Sampeou e' un tempio sulla montagna e domina la pianura, Killing Cave riporta purtroppo ai Khmer Rossi ed alle loro barbarie. Vicino al tempio, la montagna ha creato naturalmente una cavita' ed i seguaci di Pol Pot l'hanno usata per gettare nel vuoto gli oppositori al regime. Molti i resti in questo luogo di morte. Per finire la giornata, attesa dalle 18,00 in poi per vedere lo spettacolo dei Pipistrelli che tutte le sere lasciano il loro rifugio nella montagna. Milioni di Bat all'improvviso escono e creano una scia lunga km che taglia le coltivazioni per poi finire nei villaggi, che vengono invasi dai neri mammiferi volanti.

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ANGKOR

ANGKOR THOM L'ANTICA CAPITALE

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Situato nella Cambogia nord-occidentale, a due passi da Siem Reap, il vasto complesso di Angkor è uno dei siti Unesco più visitati al mondo ed area archeologica più grande, con i suoi 400 km quadrati. Una cosa spettacolare, di inestimabile valore con quasi mille templi incastonati nella foresta. Risalenti al XII secolo, fu conosciuto dal resto del mondo soltanto nel 1860 grazie all'esploratore francese Henri Mouhot che così lo descrisse nel suo diario di viaggio: "... eretto da qualche antico Michelangelo... E' più grandioso di qualsiasi cosa ci abbiano lasciato i greci o i romani. Date le dimensioni dell'incredibile area su cui è stato costruito, per visitare almeno i templi più importanti mi affido a Bunny, che con il suo tuk tuk tricolore mi porta dove giornalmente ho deciso di andare. Acquisto il ticket valido per 3 giorni al costo di 40$ e come prima tappa decido di puntare sull'area di Angkor Thom, l'ultima delle capitali dell'Impero Khmer. Il tempio centrale è il Bayon che si manifesta nelle enormi dimensioni costruttive, nell'ampio uso di laterite, nelle torri quadrangolari con grandi visi scolpiti. Della città fanno parte anche il Baphuon, il Phimeanakas ed il palazzo reale, Tep Pranam e Preah Palilay, Prasat Suor Prat, Khleang, Preah Pithu e le Terrazze degli Elefanti e del Re Lebbroso. Posto magnifico, con alti alberi e canti incessanti di uccelli e cicale, una manna per sfuggire ai raggi del sole ed ammirare con calma anche i punti meno frequentati. 

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ANGKOR WAT LA MERAVIGLIA KHMER   

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Entrare ad Angkor Wat alle cinque di mattina per aspettare l'alba ed avere di fronte il laghetto che riflette il maestoso tempio, penso sia stata l'emozione più grande di queste giornate a braccetto con la storia. Sto parlando dell'orgoglio nazionale tanto da essere l'unico simbolo presente sulla bandiera Cambogiana e luogo del paese più visitato dai turisti. Il gigantesco edificio fu ordinato dal re Suryavarman II nel 1113 e per suo volere la costruzione partì contemporaneamente dai 4 lati, cosicché l'opera fu completata in meno di 40 anni. L'ipotesi più probabile è che si tratti di un mausoleo, un luogo dove il re potesse essere venerato dopo la morte. Infatti, l'entrata principale è situata a ovest, come nei siti funerari, e non a est, come consuetudine per i templi indù. La forma  rettangolare, lunga circa 1,5 km da ovest a est e 1,3 km da nord a sud è racchiusa da un muro perimetrale di 3,6 km. Angkor Wat è una combinazione unica tra il tempio-montagna, cioè il progetto standard per i templi nazionali dell'impero, e il successivo piano di gallerie concentriche. Il tempio è la rappresentazione del Monte Meru, la montagna degli dei nella religione indù. Il tempio, infatti è consacrato a Vishnu. Le cinque torri centrali simboleggiano i cinque picchi della montagna, mentre le mura e il fossato simboleggiano le montagne e l'oceano che la circonda. Secondo il Guinness dei primati, è il più vasto sito religioso al mondo.

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TA PROHM- TA KEO- TA SOM E ALTRI

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Dopo i primi due giorni per visitare le aree di Angkor Thom e Wat, ne servono altrettanti per spingersi oltre e toccare velocemente Ta Prohm, Ta Keo, Tommanon, Preah Khan, Neak Pean, Ta Som e altri. Sempre grazie a Bunny ed al suo tuk tuk, riesco a vedere i templi più belli ed a coprire un'area di almeno 200 km quadrati. La foresta si è impadronita delle mura millenarie e grosse radici sovrastano ingressi e recinzioni, anche grazie al lungo periodo di abbandono. Da un ventennio è in atto un'opera di recupero e tutte le zone vengono presidiate e pulite da un imponente spiegamento di forze locali.

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VILLAGGIO SUL LAGO TONLE SAP   

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Caratteristico villaggio Vietnamita (profughi della guerra) sul lago Tonle Sap con le chiatte appoggiate su grossi bidoni. Nella stagione dei monsoni, il lago cresce di molti metri ed è importante avere un appoggio sicuro per fronteggiare la forza dell'acqua. In migliaia vivono su queste inusuali case galleggianti  ed è una comunità ben organizzata. Ci sono negozi, farmacia, scuola, chiesa e tutto è collegato solo dalle piccole barche a remi, che in pochi minuti raggiungono le destinazioni. La pesca è la primaria fonte di sostentamento ma abbondano anche le pelli di coccodrillo ed i piccoli souvenir artigianali. 

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